Cia, in agriturismi presenze a picco
Pescara – Dopo i ripetuti terremoti in Centro Italia, le strutture agrituristiche di tale territorio continuano a fare la conta delle perdite. L’Abruzzo, purtroppo, non fa eccezione: l’effetto “suggestione” generato attorno al sisma ha bloccato i turisti, nonostante la maggior parte delle nostre 600 aziende agrituristiche si trovi in aree lontane dal cratere, in cui sono rispettate tutte le norme di staticita’ e sicurezza. Il conto e’ salatissimo, giacche’ si traduce in una perdita secca di circa otto milioni di euro di mancati incassi. Lo rileva l’Associazione “Turismo Verde” della Cia-Agricoltori Italiani, che rilancia l’appello degli operatori iscritti a promuovere il soggiorno in campagna per le prossime festivita’ in calendario, Pasuqa e Pasquetta. Secondo Turismo Verde-Cia, infatti, la rinascita del Centro Italia passa anche per le imprese agricole e agrituristiche che sono fondamentali per garantire la tenuta del tessuto socio-economico di queste zone del Paese, soprattutto delle aree interne. Per questo, l’organizzazione richiede a gran voce alle Istituzioni di promuovere al piu’ presto una campagna per rilanciare il turismo rurale, non solo con spot pubblicitari ma anche attraverso misure incentivanti come sgravi fiscali o “sconti famiglia”. D’altra parte, come raccontano i dati di settore dell’Ufficio studi della Cia la situazione permane drammatica: le strutture agrituristiche nelle Province colpite dal terremoto registrano il “quasi vuoto” di prenotazioni, con percentuali di riduzioni che vanno dal 40% nelle aree teatine ed in alcune del pescarese e dell’aquilano, fino al 70/80% in gran parte del teramano e nelle aree del cratere. Con piu’ di un miliardo di euro di fatturato medio annuo (circa 45 mila euro per azienda) il movimento agrituristico in Italia -evidenzia Turismo Verde della Cia- e’ un fenomeno in costante crescita dal 1985 (anno in cui venne riconosciuto per legge) e negli ultimi dieci anni e’ cresciuto del 55 per cento, rappresentando uno degli asset piu’ performanti del settore primario e dell’economia nazionale. Il ruolo multifunzionale dell’azienda agricola ha consentito di garantire, oltre alla manutenzione e alla difesa di territori e paesaggi tipici, un indotto non secondario per le altre attivita’ turistiche e commerciali. Solo nelle regioni della dorsale appenninica colpite dal terremoto questo valore complessivo e’ quantificabile in circa 300 milioni: sinonimo di occupazione, sviluppo e oggi possibilita’ di rinascita. Con quasi 240 mila posti letto e oltre 430 mila coperti a tavola, l’agriturismo e’ un volano su cui ora si puo’ riattivare l’economia dell’Appennino e la ricostruzione di aree interne oggi in grave difficolta’ e a rischio abbandono e spopolamento -ha spiegato l’Associazione-. Bisogna spegnere le paure ingiustificate e tornare a riempiere gli agriturismi e le strutture ricettive dell’Abruzzo e di tutto l’Appennino.
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