Il prete che stupiva Pizzoli, accusa di omicidio a Trieste
L’Aquila – Nei paesi del prete si è sempre discusso, e a Pizzoli, storica ex roccaforte dei “compagni” irriducibili, accadeva la stessa cosa. Con più di un prete. Con don Paolo Piccoli si arrivò alle polemiche più accese e alle denunce per il suono troppo oss4essivo delle campane. O anche per i toni non proprio pastorali dell’originale sacerdote sulle abitudini locali.
Lui, veronese di famiglia altolocata, irruento e quanto meno originale negli atteggiamenti, a Pizzoli si trovava “stretto”. E non lo nascondeva.
Oggia Pizzoli, come del resto a L’Aquila, suscita quanto meno stupore la notizia, arrivata da Trieste, di un’accusa di omicidio volontario. Don Paolo risponderà ai giudici, udienza a giugno, accusato di aver strangolato un anziano prete. Naturalmente si vedrà come stanno le cose, la difesa si braccia a sostenere che Piccoli è innocente. Di diverso avviso i carabinieri e la magistratura triestina.
Don Paolo è tuttora “in carico>” alla Curia aquilana, che finora non si pronuncia né adotta provvedimenti. Il riserbo è normale in queste storie, e la Chiesa non è mai stata loquace specie quando viene accusato un suo rappresentante. Di peso, come nel caso di don Paolo.
A L’Aquila il prete è ricordato anche per le sue interviste in televisione, per le polemiche a Pizzoli, per una querela che volle presentare contro un periodico aquilano che lo aveva ritratto in una vignetta.
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