Pescara si riprende la pineta vsitata e curata
Pescara – (G.C.) – Torna alla gente la pineta dannuziana, che molti preferiscono chiamare Parco d’Avalos e i precisi riserva naturale. Per tutti una meraviglia della natura su 53 ettari preziosi e delicati, perché il maltempo, l’incuria, i rifiuti, l’assenza di tante amministrazioni sono insidie pericolose. Oggi l’amministrazione ha persino un’assessora dedicata alla pineta, Paola Marchegiani, che ha voluto visitare e curare l’area duramente provata dal maltempo. Troppa acqua, troppa neve, troppo freddo. Gli alberi di pino come stavano?
Parecchi stavano male ed erano pericolanti o spezzati. Bisognava dare una ripulita, curare le piante curabili, garantire l’incolumità alle persone. Ecco perché la pineta è rimasta chiusa, e ora riapre.
L’area verde è oggi a sud di Pescara, ma un tempo era macchia mediterranea con pini di varie specie estesa fino a nord della città e presente in altre aree costiere. La macchia mediterranea è quel che resta della vegetazione originaria di tutta l’area mediterranea, prevalentemente cespugiale. I pini sono arrivati dopo, nel tempo.
Oggi però ci sono e sono un prezioso patrimonio pescarese, qualcosa di unico in Adriatico.
Certo, , tutto è nelle mani della gente ed è la civiltà delle persone a conservare i patrimoni. Ma non fidiamoci troppo: vigilare, controllare, sanzionare severamente è una buona regola.
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