Lettere – Giulio Petrilli
L’Aquila – Scrive Giulio Petrilli: “Raffaele Sollecito assolto, dopo quattro anni di carcere, da una gravissima accusa, quella di essere stato l’assassino di una giovane donna Meredith Kercher, dopo l’assoluzione ha fatto giustamente richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione.
Se e’ stato assolto e’ il minimo che una persona potesse fare.
Ma la corte d’appello di Firenze ha negato il risarcimento per ” dolo e colpa grave”, la motivazione del diniego e’ che sarebbe stato poco chiaro nel primo interrogatorio e avrebbe tratto in inganno gli inquirenti.
Un film gia’ vissuto da me e da tanti altri.
Non risarcito dopo sei anni di carcere speciale, dopo essere stato assolto dall’accusa di essere stato uno dei capi della banda armata Prima Linea.
Da trenta anni mi batto per l’abrogazione di questo comma che non esiste neanche in Corea del Nord….un comma che sancisce una nuova colpevolezza: aver favorito il tuo stesso arresto.
Nei regimi dittatoriali ti arrestavano, ti facevano scomparire, ti facevano volare e ti lanciavano dagli aerei come in Argentina, ma mai ti dicevano che favorivi il tuo arresto.
Qui in Italia si.
Ma nel nostro ordinamento giudiziario e’ cosi’ e sono poche le voci che dissentono da questa norma ” folle”.
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