Lettera – Non pessimismo, solo realtà


L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Caro Direttore, intanto grazie, come sempre, per ” l’ospitalità concessami.
La “fotonotizia” tuttavia non rappresenta “un momento di generico pessimismo del lettore” ma la sintesi di quel che quotidianamente vedo e credo balzi agli occhi di tutti. Non è pessimismo purtroppo, che alla fin fine servirebbe solo a rovinare il fegato al sottoscritto, ma la realtà.
Non serve molto a vedere che al posto dei palazzi abbattuti ne sorgono altri di dimensioni maggiori. E non serve molto neppure a vedere che ogni demolizione non è funzionale al ripristino, con ovvie migliorie, di quanto c’era prima, ma solo a creare il presupposto per gettare altro cemento altrove.
Il palazzo dell’ANAS a via XX Settembre è uno degli esempi, con la nuova faraonica sede che alla luce delle notizia che il Suo giornale ha diffuso per tempo resterà una sorta di cattedrale nel deserto (mentre sarebbe bello sapere che “forma” avrà il cemento che verrà fuori al posto del palazzo demolito).E si potrebbe continuare per ore ma non voglio annoiarLa. Del resto aspetto ancora, non credo di essere l’unico, che qualcuno spieghi quale sarà la collocazione futura delle scuole aquilane, dal Classico allo Scientifico, dall’Istituto Tecnico Femminile all’Isef e via discorrendo. Tutte sbolognate qui e la, all’insegna dell’approssimazione e con l’unica certezza che nessuno è sfiorato dall’idea che possano tornare nel centro storico. Neanche avessero la rogna. Troppo comodo menare il can per l’aia con la storia che la loro presenza congestionerebbe il traffico, quando sarebbe bastato, anche in passato dotare la città di piccoli bus “ecocompatibili” (come si usa dire adesso) per risolvere il problema e non solo quello degli studenti.
Nel frattempo, giusto perchè sono in un momento di generico pessimismo, il mercato cittadino langue in una sorta di coma farmacologico disteso su una bella lastrona di asfalto e cemento e mentre la gente cerca di credere di tornare alla normalità escono idee geniali come i parcheggi a pagamento (per ora solo a livello di “minaccia”..) su via Strinella (ricorda quando pochi mesi fa, da qualche parte, installarono le nuove macchinette per pagare il ticcket?). In una babele nella quale chi amministra e decide non riesce neppure (da decenni) a piantare un semaforo dove servirebbe come il pane o ad impedire che le strade restino piste da corsa, peraltro piene di buche e da qualche parte ancora con le rotaie del tram, quello che doveva passare per Via Roma……


09 Febbraio 2017

Categoria : Dai Lettori
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