Lettere – Ma di che città si parla?
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “L’eta` dovrebbe spingermi alla rassegnazione ma abbozza oggi e abbozza domani, e a me non e’ mai garbato farlo, alla fine si scoppia. Leggo di progetti sul futuro della citta’ che a mio avviso le daranno il colpo di grazia, altro che rinascere. L’ultima e’ quella degli uffici comunali vicino alla stazione.
Senza dilungarmi vorrei sapere cosa cavolo ci sara’ in quello che era una volta il centro storico, che “pulsava” grazie alle scuole, agli uffici, alle banche, alla sede delle Poste, al mercato. Che sara’, una distesa di bar, paninoteche, pizzerie?
Poi sarei curioso di conoscere le competenze specifiche( non quelle “politiche” (?)) di chi spinge in questa direzione ed infine che ne pensano gli aquilani.
Progetti di qua e di la, con le strade ridotte a mulattiere, con le universita’ che si svuotano, la gente che pagherebbe per andarsene e via discorrendo. Tutto il contrario di quanto si sarebbe dovuto fare per far veramente rinascere L’ Aquila e non realizzare un mostro. Chissa’ perche’ sin dall’inizio non si e’ affidata la supervisione della cosidetta rinascita ad architetti e urbanisti di chiara fama.
Sentiamo che ne pensa la gente.
Non c'è ancora nessun commento.