IdV: “Fermare la fuga da L’Aquila, la classe dirigente si svegli”
L’Aquila – Scrive il segretario regionale Italia dei Valori, Lelio De Santis: “Il terremoto, che ha colpito il territorio aquilano nel 2019 e che continua a far tremare la terra nella zona di Montereale, tiene in ansia e crea preoccupazione a tutta la popolazione, allarmata anche da un azzardato comunicato della Commissione grande rischi.
A questo si aggiunge l’incertezza sulla sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado, che dopo 8 anni rimangono nelle stesse condizioni di vulnerabilità sismica e statica, nonostante le importanti risorse finanziarie messe a disposizione per la loro messa in sicurezza.
Certamente non si può dare torto a Chi non si sente sicuro a casa sua o ai genitori che hanno paura a lasciare i propri figli in Scuole che nessuno è in grado di certificare come sicure.
Spetta alle Istituzioni dare sicurezza e serenità ai cittadini, spetta al Comune ed alla Provincia garantire Scuole sicure ed alla Regione investire il massimo dei fondi per combattere le fragilità del territorio aquilano, magari non spendendo per alcuni anni in attività ed opere non prioritarie.
Senza decisioni ferme ed immediate, L’Aquila ed i Comuni del circondario rischiano lo spopolamento ed il conseguente impoverimento, diventando un territorio sempre più marginale nel quadro regionale, sul piano economico ed istituzionale.
Già ora, migliaia di cittadini aquilani hanno lasciato la città spostandosi verso le seconde case sulla costa adriatica, nell’indifferenza generale, mentre la politica chiacchiera su Liste ed aspiranti candidati Sindaco, che domani rischiano di amministrare il declino ed decadimento della città .
I Centri commerciali ed i negozi dell’Aquila sono vuoti, quelli delle città sulla costa sono pieni, ma nessuno se ne accorge, né a Palazzo Fibbioni e né nelle Sedi delle Associazioni dei commercianti.
Ma a questa prospettiva non bisogna rassegnarsi: nell’interesse dell’Abruzzo intero, L’Aquila deve mantenere e rafforzare il suo ruolo istituzionale e sociale; e lo può fare, a condizione che tutta la classe dirigente si rimbocchi le maniche e si metta insieme a lavorare con l’unico obiettivo di ricostruire le condizioni economiche necessarie, a cominciare dal lavoro, per la rinascita della città .
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