Snata Croce, Colella denuncia blocchi, danni e minacce
“NON CI SENTIAMO SICURI,
HO PRESENTATO DEGLI ESPOSTI MA NON CAMBIA NULLA”
Canistro – “Nei giorni scorsi abbiamo subito ingenti furti di rame e gravi danneggiamenti all’interno dello stabilimento; ieri sera con la mia famiglia sono dovuto uscire nascosto in un’auto dei carabinieri; stamattina c’era sempre il solito gruppo di persone che non ci permettono di lavorare, bloccando entrate e uscite. Io, la mia famiglia, i dipendenti e i fornitori non ci sentiamo sicuri”.
È la denuncia del patron dell’Acqua Santa Croce, Camillo Colella, in merito alla difficile situazione che si è venuta a creare dentro e fuori lo stabilimento di Canistro, dove sono tornati caos e paura dopo le tensioni dei mesi scorsi causate da presìdi e blocchi di operai e sindacati scesi in piazza.
“Viene messo in discussione in diritto di accesso in sicurezza sulla mia proprietà – continua Colella – Ho fatto molte denunce contro noti e ignoti, che finora non hanno prodotto risultati con la situazione che non cambia. Ho bisogno di operare con i mezzi, ho bisogno di far lavorare gli operai, ho bisogno di far lavorare i tecnici per riparare i danni all’impianto elettrico, ho bisogno di installare il sistema di allarme, ma ogni giorno succede qualcosa che ce lo impedisce”.
Secondo l’imprenditore, “le autorità sono a conoscenza di tutto, però i problemi rimangono, anzi si aggravano. Chi pagherà questi danni che mi si sta procurando? – si chiede – Non è possibile che accada questo in un Paese civile”.
La società Santa Croce, proprietaria dell’omonimo marchio di acqua minerale e dello stabilimento di Canistro, ha presentato una serie di esposti, contro ignoti ma anche contro noti, per denunciare i gravi episodi che da giorni si stanno verificando.
Le denunce sono state indirizzate alle autorità competenti, tra cui la procura della Repubblica di Avezzano e il prefetto dell’Aquila.
La situazione è da collegare alla complessa e conflittuale vicenda della concessione della sorgente Sponga di Canistro che, fino a circa un anno fa, era assegnata alla Santa Croce, vincitrice di un bando poi annullato dal Tar, al quale si era rivolto il Comune di Canistro.
In seguito a un serrato contenzioso, ancora in atto tra la Regione Abruzzo e la societa per azioni, attualmente l’ente regionale, dopo aver ignorato tre istanze di proroghe presentate dalla Santa Croce, ha revocato l’autorizzazione a captare acqua, lanciando un nuovo bando al quale hanno risposto quattro imprese.
La Regione sta portando avanti le procedure per l’assegnazione anche se, a causa del ricorso della Santa Croce, sul bando pesa il pronunciamento del Tar, che ha fissato l’udienza l’8 febbraio prossimo.
Questa situazione ha costretto l’azienda a trasferire momentaneamente, in attesa che la situazione a Canistro si chiarisca, la produzione in Molise e a mettere in mobilità i 75 lavoratori destinati in tempi brevi al licenziamento, essendo vicina la scadenza dei termini.
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