Progetto Legge Saia-Acerbo: Garanti della vita in carcere


L’Aquila- Pubblichiamo la relazione del Progetto Legge Saia Acerbo: La condizione di vita dei 55.000 cittadini detenuti nel nostro Paese è una realtà pressochè sconosciuta all’opinione pubblica; di carcere e di carcerati i mass-media trattano solamente in caso di evasioni, rivolte, detenuti eccellenti. Il vissuto quotidiano sia dei reclusi sia del personale a loro addetto (agenti di polizia penitenziaria, educatori, medici, infermieri, amministrativi ) sfugge in gran parte all’attenzione dei cittadini e degli eletti nelle istituzioni locali, regionali e nazionali, che pure sono tenuti a governare, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, anche il territorio e la “società” del carcere. Conseguenza di tale innegabile stato delle cose è la creazione di mondi a parte, in cui è difficile il controllo del rispetto della legge e del diritto; non sono all’uopo sufficienti, per quanto utili e significative, le sporadiche visite ispettive di parlamentari e consiglieri regionali consentite dalla legge penitenziaria. Partendo da tali considerazioni, in varie parti d’Italia sia diversi esponenti di diverse forze politiche sia associazioni del volontariato stanno lavorando per l’istituzione di “Garanti”, persone preposte in modo professionale e continuativo al controllo delle condizioni di vita in carcere, al rispetto dei diritti e dei doveri inerenti il trattamento carcerario. La proposta ha ben presente il rischio della creazione di un’ennesima piccola burocrazia autoreferenziale che non sarebbe assolutamente d’aiuto ai cittadini detenuti ma costituirebbe solamente un comodo alibi per coprire e garantire lo status quo. Il Garante regionale risultante dalla presente legge è un organismo, agile, finanziato in modo rigoroso; il Garante, controllato dal Consiglio regionale e ancorato ad esso, rimane in carica per non più della legislatura. La sua funzione è assimilabile a quella svolta dal Difensore Civico regionale. L’istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive è un passo concreto nella direzione di un carcere inserito nella città, nella polis;un carcere come luogo di espiazione finalizzata al reinserimento civile, sociale e lavorativo; un carcere che non sia più il luogo astratto e lontano nel quale una società sempre più impaurita e rinchiusa su se stessa sfoga le proprie ansie di sicurezza.

L’art. 1 istituisce presso il Consiglio regionale l’Ufficio del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

L’art. 2 illustra le modalità di nomina, incompatibilità e revoca del Garante.

L’art. 3 disciplina il trattamento economico del Garante.

L’art. 4 fissa le regole per l’organizzazione dell’Ufficio del Garante.

L’art. 5 illustra le funzioni del Garante.

L’art. 6 prevede la sottoscrizione di protocolli d’intesa

L’art. 7 prevede l’obbligo per il Garante di relazionare ogni anno al Consiglio sulla sua attività.

L’art. 8 è la norma finanziaria.


12 Febbraio 2010

Categoria : Politica
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