La pistola della vendetta, ultimo fiore sulla tomba dell’innocente Roberta
Vasto – Non fiori, ma una pistola calibro 9 sulla tomba di Roberta Smargiassi, nel cimitero di Vasto. La pistola, più di ogni fiore, voleva esprimere l’amore senza limiti del marito Fabio Di Lello. Amore senza speranza, amore e morte come in un romanzo dell’Ottocento. Ma è una tragedia del 2017.
Di Lello ha ucciso a colpi di pistola il giovane che è accusato di aver causato a luglio del 2016 in un incidente stradale la morte di Roberta. Il morto ammazzato è , come abbiamo riferito nel corso della notte, Italo D’Elisa. I suoi amici hanno raccontato in tv che il ragazzo si dedicava al volontariato era solare e stimato. Ma altri dicono che era persino strafottente, non aveva mai chiesto scusa per l’incidente. La prima udienza del processo ci sarà il 21 febbraio.
L’omicida si è consegnato ai carabinieri assistito dal suo avvocato.
Il delitto ha profondamente turbato tutti a Vasto, dove i protagonisti della storia – ormai una tragedia – sono c
conosciuti.
Ora si scatena la tempesta dei pareri psicologici e sociologici. Tutti si diranno d’accordo, come ha già fatto Andreoli in tv, sulla inammissibilità della vendetta, pur di fronte al più straziante dei dolori.
La pistola sulla tomba in una busta di plastica è emblematica. Forse più eloquente di tanti tuttologi pronti a sproloquiare.
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