WWF: caccia, Abruzzo maglia nera
Pescara – Si chiude un altro anno nero a causa della caccia: e’ questo il commento del WWF in occasione della chiusura della stagione venatoria. Secondo l’Associazione del Panda quest’anno si e’ di nuovo scatenano un mix micidiale contro la fauna che appesantisce il gia’ gravoso bilancio delle doppiette: specie protette e preziose prese di mira, Regioni che reiterano leggi e calendari venatori contrari alle norme europee tra cui Veneto, Toscana, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo, mentre molte altre non hanno brillato per correttezza (in particolare Sicilia, Calabria, Campania). Ad aggravare la situazione – a detta del WWF – un controllo del territorio sempre piu’ indebolito, soprattutto a seguito della riforma in materia di Polizia Provinciale che ha visto lo smembramento delle strutture esistenti, con perdita di decine di agenti e ufficiali. Una situazione che ha creato inevitabilmente un varco in cui i reati connessi al bracconaggio si innesteranno piu’ facilmente e che rischia di aggravarsi con lo smantellamento dal primo gennaio del Corpo Forestale dello Stato confluito nell’Arma dei Carabinieri: passaggio quest’ultimo da gestire con molta attenzione se non si vuole rendere meno efficace il sistema di controllo del territorio. L’Abruzzo rientra tra le Regioni con la “maglia nera” di questa stagione venatoria. Il calendario venatorio presentato dall’assessore Dino Pepe – scrive l’associazione – e’ stato sonoramente bocciato dal Tar di L’Aquila e dal Consiglio di Stato grazie al ricorso del WWF e la Regione e’ rimasta sorda alle tante richieste di sospendere la caccia nel periodo delle fortissime nevicate delle scorse settimane. “Ci chiediamo come sia possibile che una esigua minoranza come i cacciatori, ormai meno dell’1% della popolazione in Italia, possa ancora avere cosi’ tanto seguito tra politici e pubblici amministratori”, ha dichiarato Dante Caserta, vicepresidente di WWF Italia. “I danni prodotti dalla caccia, spesso mal gestita e senza controlli, alla fauna selvatica italiana ed europea sono enormi. A questi vanno aggiunti i danni incalcolabili prodotti dalla caccia illegale. Una situazione che comporta poi la possibilita’ di gravi sanzioni comunitarie pagate da tutti noi italiani. Per combattere le sempre piu’ gravi forme di bracconaggio chiediamo che siano inasprite le pene. Come WWF – aggiunge Caserta – abbiamo chiesto gia’ da due anni al Parlamento di approvare una specifica proposta di legge, elaborata dai nostri esperti, che riforma il sistema sanzionatorio penale per i casi di uccisione, cattura illegale, commercio illecito di animali appartenenti a specie protette. Oggi chi commette questo tipo di atti rischia una blanda sanzione che arriva al massimo all’ammenda di poche migliaia di euro nel caso piu’ grave. E sempre che non intervenga prima la prescrizione o la non punibilita’ per ‘tenuita’ del fatto’ recentemente introdotta. Si tratta di pene del tutto inadeguate che, peraltro, raramente vengono effettivamente scontate e che solo in pochissimi casi comportano la revoca della licenza di caccia”.
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