Sicurezza Univaq, UDU chiede risposte


L’Aquila – Scrive l’Udu, unione degli universitari “Sicurezza e prevenzione in occasione dei fenomeni sismici sono temi di attualità che interessano in maniera trasversale tutta la regione abruzzese e, in particolare, la città dell’Aquila.

L’interesse delle istituzioni riguardo queste tematiche non è sempre costante, ma diviene dirompente solo quando il terremoto torna a farsi sentire in modo prepotente.
Nelle ultime settimane si è intensificato lo sciame sismico, con diversi fenomeni tellurici che avevano come epicentro zone della città e provincia.
Gli ultimi eventi hanno messo in allerta l’intera popolazione, anche i numerosi studenti, molti dei quali si sono trovati ad affrontare un evento tellurico per la prima volta nella loro vita, poiché provenienti da zone non sismiche.

Da giorni le pagine social del nostro Ateneo sono invase da richieste di delucidazioni e rassicurazioni sulla stabilità degli edifici.
La nostra associazione, a valle delle scosse avvenute in Ottobre e di quelle recenti, ha affrontato costantemente il tema della sicurezza e prevenzione, riproponendolo anche all’interno degli organi di Ateneo tramite diverse mozioni del Consiglio Studentesco. Abbiamo chiesto che fossero pubblicati gli esiti delle verifiche svolte, ma nessuna risposta esauriente e chiarificatrice è stata data da parte della governance dell’Univaq che, invece, ha sempre liquidato la nostra richiesta con risposte piccate e piuttosto vaghe.

Ad oggi, anche in seguito allo sciame sismico che la scorsa notte ha interessato l’area di Coppito e Pettino, riteniamo indispensabile la pubblicazione, da parte dell’Ateneo, dei risultati delle indagini di primo livello effettuate e i futuri risultati di quelle di secondo livello, in attesa di avere finalmente i valori di vulnerabilità sismica e il fascicolo degli edifici.

Finalmente, dopo lo scorso CdA, si è iniziato a parlare di vulnerabilità sismica e riteniamo sia una saggia scelta quella del fascicolo del fabbricato, ma le verifiche di vulnerabilità dovevano essere effettuate per legge entro il 31 marzo 2013. Siamo nel 2017, le sollecitazioni del delegato di Ateneo per la Prevenzione e Protezione sono state ignorate e solo a seguito delle ultime scosse l’Ateneo si è attivato. Nelle ultime ore si è aggiunta anche la vicenda del liceo Cotugno in cui gli studenti, ai quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà, sono in un edificio avente un coefficiente di vulnerabilità sismica molto basso. A livello di Ateneo i coefficienti di vulnerabilità sono attualmente ignoti e passerà ancora del tempo prima che vengano effettuate tutte le indagini. Forse l’Università, in merito alla vulnerabilità, avrebbe dovuto porre maggiore attenzione, ma ora non si possono più commettere errori. È fondamentale che si proceda subito con le analisi e che, qualora i valori di vulnerabilità risultino bassi, si adeguino gli edifici per garantire una maggiore sicurezza.

Oltre alle prove sugli edifici e alla certezza che questi siano a norma, comu UdU chiediamo da anni che siano effettuate prove di evacuazione con costanza, al fine di avere studenti, personale e docenti pronti a gestire situazioni che nei nostri territori dovrebbero essere di normalità e non di emergenza; nel 2014 ci venne risposto che ne sarebbero state programmate 2 al mese, ma ad oggi è difficile trovare studenti che ne abbiano fatta più di una in tutta la loro carriera universitaria.

È responsabilità dell’ateneo la sicurezza degli studenti, per questo è necessario che si chiarisca nel minor tempo possibile, tramite comunicazioni e documenti ufficiali, l’attuale stato degli edifici verificato con le prove di 1° livello e che si proceda alla sensibilizzazione di tutti coloro che frequentano l’ateneo.

In una città come la nostra, con la storia che abbiamo alle spalle, i terremoti non dovrebbero porci in stato di emergenza e in forza di questo gli edifici hanno la necessità di rispettare le norme, e perchè no anche essere meglio di ciò che la normativa impone.
La nostra città dovrebbe fungere da punto di riferimento in Italia per la prevenzione e soprattutto come Ateneo, avendo anche il Dipartimento di ingegneria civile, edile architettura e ambientale, abbiamo l’obbligo di fare da apri pista in questi settori. Dovremmo dare esempio di come con il sisma si possa e si debba convivere, di come si edifica in maniera sicura e in particolare di come mettere i propri studenti nella condizione di sentirsi sicuri quanto più possibile, così da far comprendere a chi non vive in zona sismica che il terremoto non è di per se una tragedia, bensì lo diventa a causa della non curanza e della superficialità dell’uomo che lo trasformano in tale.


28 Gennaio 2017

Categoria : Attualità
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