Farindola: ingente il bilancio delle vittime dell’hotel Rigopiano. 29 corpi recuperati


Farindola – (F.C.). I Vigili del fuoco hanno recuperato all’interno della struttura due corpi senza vita, non ancora identificati, uno di sesso maschile e uno di sesso femminile. E’ di 29 il numero delle vittime recuperate e di 0 il numero dei dispersi”. Queste tre righe del comunicato stampa n.19 diffuso poco dopo la mezzanotte dalla Prefettura di Pescara, chiudono il tragico bilancio della valanga che si e’ abbattuta sull’ Hotel Rigopiano Gran Sasso Resort di Farindola intorno alle 17 e 30 di mercoledi’ 18 gennaio. I numeri ormai ufficiali di 11 superstiti e 29 vittime chiudono il tempo della speranza e aprono il momento della riflessione, della ricerca della verita’ per capire se e come si poteva evitare o, quantomeno ridurre, il prezzo umano di due eventi naturali, inevitabili, eccezionali, quanto meno contemporaneamente: il terremoto e la slavina. In questo quadro spiccano le parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che nell’informativa di ieri al Senato ha detto di non condividere “una certa voglia” di “capri espiatori e giustizieri” ed e’ altrettanto giusto che “saranno le inchieste a stabilire se ci sono responsabilita’”. Ma, aldila’ della rilevanza penale che e’ di competenza della magistratura, la tragedia di Rigopiano richiede una serie di risposte e di interventi concreti e rapidi della politica su temi gia’ alla ribalta dopo i terremoti che hanno sconvolto il Centro Italia. A onor del vero, il governo Renzi ha gia’ affrontato alcune questioni: il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Graziano Delrio, ha chiarito senza mezzi termini che la manutenzione e l’efficienza anche delle reti di collegamento locale viene prima delle nuove opere e questo indirizzo e’ stato gia’ recepito dall’Anas come dalle Ferrovie dello Stato. E questo approccio a livello nazionale avrebbe potuto estendersi rapidamente a livello locale con la riforma costituzionale bocciata dal referendum. Ma cosi’ non e’ stato e ora il governo dovra’ trovare la strada per estendere anche alle Regioni il ‘primato’ della manutenzione. In un modo o in un altro occorre che gli enti locali, in molti casi, cambino totalmente strada. Come si puo’ dire a chi ha perso i propri cari che non e’ stata fatta la mappa completa del rischio valanghe perche’ non c’erano i sodi? Giustissimo evitare la caccia alle streghe ma l’accertamento delle responsabilita’ non puo’ finire con una serie di scaricabarile che assolve tutti anche se con formula dubitativa. Solo per fare un esempio, se veramente qualcuno ha sottovalutato la richiesta di soccorso giunta da un superstite della valanga, molti si chiedono se quel qualcuno possa continuare a svolgere il suo ruolo. C’e’ poi il capitolo Protezione Civile. Chi ha seguito da vicino i recenti terremoti e la sciagura di Rigopiano, chi ha visto la fatica fisica e psicologica sopportata da quegli uomini, chi ha scorto negli occhi di quegli uomini la commozione per una vita strappata alla morte o la delusione per essere arrivati troppo tardi, ecco tutti questi non possono non essere d’accordo con il premier Gentiloni quando dice che, “al di la’ di singoli errori che le inchieste accerteranno, abbiamo mostrato una capacita’ di reazione del sistema all’altezza di un grande Paese, non a caso abbiamo un sistema di Protezione civile all’avanguardia” che “non e’ di destra o sinistra, di questo o quel governo, e’ un patrimonio italiano che dobbiamo tenerci stretto”. Ma e’ venuto il momento di scegliere: la priorita’ e’ la rapidita’ della ricostruzione evitando la corruzione o, viceversa, combattere il malaffare cercando di realizzare le opere con la massima rapidita’? Sulla base di una risposta chiara a questo quesito si potranno decidere competenze e poteri della Protezione Civile e del commissario straordinario, Vasco Errani. Un capitolo a parte riguarda, poi, la rete elettrica. Anche su questo punto bisogna riconoscere l’attenzione di Gentiloni. “Nel momento di picco della crisi, il 19 gennaio – sono parole del presidente del Consiglio – le utenze elettriche non allacciate hanno raggiunto il numero considerevole di circa 177.000, oggi ne sono rimaste solo alcune alcune centinaia nel Teramano. E’ giusto, a livello di governo, verificare in questa dinamica quanto abbiano inciso le circostanze eccezionali e quanto cio’ abbia messo in luce problemi piu’ generali di manutenzione”. Che d’inverno nevichi, anche al sud, non e’ una novita’ e che la neve crei dei manicotti di ghiaccio che provocano la rottura della rete elettrica lo sanno anche i bambini. E allora non si capisce per quale motivo non si riescano a evitare i blackout ai quali stiamo ancora assistendo. Girando tra la gente di Amatrice, di Norcia e di tutti i paesi colpiti da questa grande calamita’, si percepiscono chiaramente la grande riconoscenza verso i soccorritori – particolarmente nei riguardi dei Vigili del Fuoco – e un grande risentimento verso la politica in generale. Agli annunci devono far seguito i fatti, pena la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ed e’ altrettanto importante evitare speculazioni che possono sembrare funzionali agli interessi di bottega ma finiscono per allontanare ancora di piu’ i cittadini dalla politica: un rischio pericoloso quanto una valanga durante un terremoto.


26 Gennaio 2017

Categoria : Cronaca
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