Valanghe: Adis, indispensabile carta regionale rischio


L’Aquila – La carta del rischio valanghe e’ uno strumento indispensabile per la sicurezza, la pianificazione e la gestione del territorio montano, assente in Abruzzo. Ad affermarlo Carlo Frutti, presidente nazionale A.Di.S., l’associazione per la difesa del suolo. Le consistenti precipitazioni nevose ed i tragici episodi di Rigopiano e Campotosto – scrive Frutti in una notta – riportano l’attenzione su un fenomeno spesso trascurato sull’Appennino, ritenuto esclusivo delle Alpi, ma che in una regione montuosa come l’Abruzzo e’ immanente, e non solo per gli aspetti legati alla pratica dello sci ed al turismo, in gran larga parte del territorio, in specie sui versanti piu’ acclivi al di sopra dei 1000-1200. Citiamo come esempio la strada che collega l’uscita autostradale di Tornimparte alla Piana ed agli impianti di sci di Campo Felice, sia ad alto rischio valanghe e dove le strutture (paravalanghe) di prevenzione sono anacronistiche, non sono affatto adeguate e sufficienti. Aggiungiamo la strada del Vasto, dall’uscita autostradale di Assergi al Passo delle Capannelle, che porta al Borgo di San Pietro alla Jenca dove e’ situato il Santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II, oggetto del furto sacrilego, che necessita, per un uso continuativo anche nei mesi invernali di un sistema di protezione al quale nessuno ha mai meso mano preferendo ‘chiudere’ al transito l’arteria. Particolarmente pericolosa la situazione a Lama dei Peligni dove l’intervento di protezione a seguito di una imponente valanga del 2002 e’ stata realizzato con soluzioni assolutamente insufficiente a garantire la scurezza e lasciando inalterato il rischio per la popolazione, anzi la pericolosita’ e’ aumentata essendo stato divelto l’antico bosco di protezione. Non entriamo nel dettaglio delle tante strade soggette al rischio valanghe e sulle quali non e’ stato effettuato nessun intervento di protezione. L’Associazione Nazionale Difesa del Suolo, che annovera tra i propri soci tecnici qualificati ed esperti di settore – prosgeue il presidente – ha piu’ volte evidenziato l’esigenza di una Carta Regionale del Rischio Valanghe uno strumento, indispensabile in area montana, di pianificazione territoriale per gli insediamenti antropici, per le infrastrutture, ma anche per la migliore gestione delle aree protette, delle aree turistiche, sia per la pratica sportiva che per l’escursionismo invernali. Vanno rilevate ed individuate puntualmente tutte le aree sottoposte a rischio valanghe con criteri omogenei che consentano una corretta individuazione del rischio. Occorre innanzitutto prevedere un Catasto delle Valanghe con la trascrizione su cartografia in scala degli eventi storici segnalati e osservati sia dal Corpo Forestale che dalle popolazioni. Utile in tal senso le ricerche storiche e le testimonianze reperibili presso i centri montani”.


25 Gennaio 2017

Categoria : Attualità
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