Regione Abruzzo: precisazioni sul rischio valanghe


Riceviamo: “In riferimento ad alcuni articoli di stampa, sulla scorta delle notizie assunte presso i competenti uffici regionali, il Sottosegretario alla Presidenza d’Abruzzo con delega alla Protezione Civile Mario Mazzocca, ritiene quanto mai opportuno comunicare quanto segue:

“Nel marzo 2014, nonostante la legge regionale di riferimento risalga a venticinque anni or sono, la regione Abruzzo si è dotata del “Catasto storico delle valanghe”: infatti, grazie alla sinergia fra Corpo Forestale dello Stato e Protezione Civile Regionale, rafforzata anche dalla sottoscrizione di apposite convenzioni finalizzate alla prevenzione del rischio valanghe, è stato realizzato il primo catasto storico delle valanghe 1957-2013 in Abruzzo, successivamente aggiornato all’inverno 2014-2015, all’interno del quale sono state riportate circa 800 valanghe verificatesi sul territorio regionale.

Detto catasto è stato realizzato al fine di effettuare una prima valutazione del rischio valanghe sul territorio montano regionale ed è stato inviato a tutti i Comuni in cui erano state censite valanghe. L’accesso alla relativa cartografia è stato sempre e continuativamente possibile attraverso la consultazione del ‘geoportale’ regionale fin dalla data della sua approvazione (marzo 2014) ed è tuttora consultabile alla sezione ‘Rischio Neve e Valanghe’ del sito regionale di Protezione Civile.

Sempre dalle notizie assunte presso gli uffici competenti dell’Ente, relativamente alla “Carta Localizzazione Probabili Valanghe” (CLPV), previa procedura di affidamento a seguito di gara espletata nel dicembre 2014, agli inizi del 2015 è stata definitivamente assegnata la realizzazione del primo lotto denominato “Gran Sasso” che comprende le aree di Prati di Tivo, gli impianti sciistici di Campo Imperatore e tutto il versante aquilano denominato il “Vasto”. La scelta dell’area (7.500 ettari circa) è stata effettuata ritenendo la stessa ambito prioritario anche in considerazione degli eventi registrati all’interno del catasto storico, mentre l’estensione della superficie rilevata era riferita alla somma allora disponibile. Nel mese di aprile 2016, il lavoro è stato consegnato alla Regione per la prosecuzione dell’iter approvativo.

In riferimento alla seconda fase, poi, nel corso del 2015 si è dato seguito all’impegno di ulteriori 43mila euro per lo ‘start-up’ inerente la realizzazione della CLPV per i Comuni di Lucoli, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, Ovindoli, Rivisondoli e Roccaraso.

Per altro, relativamente all’operato della Regione sento il dovere di sottolineare come, almeno negli ultimi 3 anni, mai il rischio valanghe è stato oggetto di sottovalutazione. A conferma di ciò sono riscontrabili le innumerevoli attività di vigilanza svolte dagli operatori regionali, spesso in diretta collaborazione con gli operatori ‘Meteomont’ del Corpo Forestale dello Stato, sia in sede di sopralluoghi che di verifica dei piani di sicurezza all’interno dei bacini sciistici, sia nel controllo delle opere di difesa e sia nella divulgazione della prevenzione del rischio; ne sono testimonianza, per esempio, la realizzazione periodica di campi ARTVA (apparecchi di autosoccorso) in collaborazione anche con il gruppo SAGF (Soccorso Alpino) della Guardia di Finanza e con il Gruppo SAF (sempre Soccorso Alpino) del Corpo Forestale dello Stato.

Infine, riguardo alle attività del CORENEVA (Comitato Regionale Neve e Valanghe), le notizie assunte presso gli uffici competenti ci informano di come i soli quattro (su di un totale di 15) componenti esterni (Guide Alpine ed esperti nivologi) hanno diritto ad un gettone di presenza pari a 22euro a seduta. Le somme comparse su alcuni articoli di stampa, evidentemente, sono riferite ai rimborsi spese percepiti da due membri esperti nivologi, uno residente in Svizzera e l’altro in Veneto; gli altri componenti non hanno diritto a gettone o rimborso alcuno in quanto pubblici dipendenti della Regione o del Corpo Forestale dello Stato”.


24 Gennaio 2017

Categoria : Attualità
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