La vigilanza ha evitato il “lancio di selvaggina” in aree vietate


ERA STATA SOLLECITATA DAL WWF -

Sul sito dell’ATC di Sulmona è pubblicato l’elenco dei Comuni nei quali è proibita la liberazione della Lepre europea che andrebbe in competizione con la autoctona e non cacciabile Lepre italica ma gli incaricati del rilancio hanno pubblicamente affermato di non conoscere questa norma

Il WWF ringrazia i Carabinieri Forestali e segnatamente quelli che vigilano nel Parco Nazionale della Majella. È solo grazie a loro, infatti, che è stato scongiurato nei giorni scorsi un gravissimo danno ambientale con il “lancio” in natura di Lepri europee d’allevamento in territori nei quali tale pratica è proibita.

Raccontiamo in breve i fatti: l’ATC, Ambito Territoriale di Caccia, di Sulmona aveva programmato, pubblicizzandolo sul proprio sito web (ora, a cose fatte, la notizia è stata ovviamente rimossa), quello che viene definito un “lancio di selvaggina”, vale a dire la liberazione in natura di animali allevati in gabbia, destinati a rappresentare un bersaglio per i cacciatori. In questo caso si trattava di individui di Lepre europea, molto simile e difficile da distinguere dalla endemica e non cacciabile Lepre italica. Ebbene, a tutela di questa seconda specie, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha indicato una serie di territori comunali nei quali è accertata la presenza della italica e nei quali è di conseguenza proibito immettere l’altra specie potenzialmente concorrenziale. Diversi di questi Comuni (Anversa degli Abruzzi, Pettorano sul Gizio, Rocca Pia, Rivisondoli, Villavallelonga, Bugnara, Castel di Ieri, Castelvecchio Subequo, Cocullo, Collelongo, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Introdacqua, Luco dei Marsi, Secinaro, Trasacco) ricadono proprio nel territorio di competenza dell’ATC di Sulmona. Per questo il WWF aveva scritto, alla vigilia della liberazione, alla stessa ATC, al Servizio Veterinario della ASL e alla Polizia Provinciale dell’Aquila per sottolineare le proprie perplessità. Ed aveva anche avvertito i Carabinieri Forestali. L’intervento di questi ultimi è stato risolutivo visto che gli addetti al ripopolamento hanno pubblicamente detto di non sapere nulla dei divieti, benché l’elenco dei comuni “proibiti” sia correttamente pubblicato sul sito della stessa ATC e nonostante la lettera della nostra Associazione nella quale la normativa veniva adeguatamente riepilogata.
Un episodio allarmante se le uniche forze dell’ordine presenti sono dovute intervenire per garantire il rispetto della legalità. Una situazione che lascia perplessi sulla pratica stessa del ripopolamento con una specie così simile a una che è necessario tutelare. Il WWF si chiede se non sia il caso di proibire al 100% l’immissione del territorio abruzzese di Lepri europee per evitare che chi non sa, magari in perfetta buona fede, possa arrecare gravissimi danni alla preziosa e minacciata Lepre italica.


14 Gennaio 2017

Categoria : Attualità
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