“Case Ater, colpe dell’ente e del Comune”


L’Aquila – Scrive Pio Rapagnà del comitato inquilini Mia Casa: “Nella giornata di venerdì 5 giugno 2009, ad appena due mesi dal terremoto, il Prefetto dell’Aquila Gabrielli, su richiesta del Mia Casa d’Abruzzo, convocò una riunione presso la sede della Prefettura della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito, per affrontare la situazione degli alloggi popolari. Alla riunione presero parte il Prefetto stesso, il Coordinatore del Mia Casa, il Dipartimento di Protezione Civile, il Direttore dell’ATER, i rappresentanti della Regione, della Provincia e del Comune dell’Aquila.
Il Mia Casa voleva fare arrivare agli Inquilini e Assegnatari ATER e dei Comuni del cratere “sfollati” sulla costa e nelle tendopoli, un messaggio di incoraggiamento e una informazione ufficiale circa gli interventi che sarebbero stati assunti per il ripristino delle agibilità, per la riparazione, il recupero, la ricostruzione e la messa in sicurezza delle abitazioni danneggiate.
Grande fu la rilevanza pubblica dell’incontro e positivi furono i risvolti psicologici e sociali degli impegni assunti dalla Protezione Civile, dal Prefetto, dalle Istituzioni regionali, provinciali e comunali e dall’ATER dell’Aquila per moltissime famiglie in trepida e fiduciosa attesa di un “ritorno” a casa a brevissima scadenza: infatti venne sancito e ribadito che il patrimonio abitativo dell’ATER sarebbe stato riparato, consolidato e reso riabitabile dall’ATER stesso quale soggetto proprietario ed ente strumentale della Regione Abruzzo. Mentre il Comune dell’Aquila avrebbe provveduto a fare altrettanto per gli alloggi di sua proprietà.
Tra l’altro, in quella circostanza, il Direttore dell’ATER annunciò a tutti che, due mesi prima, aveva provveduto ad assicurare gli alloggi di sua proprietà rispetto ad una serie di possibili rischi.
A seguito della verifiche effettuate dai tecnici incaricati dalla Protezione Civile, abbiamo preso atto che, a fronte di un patrimonio complessivo di circa 4.000 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica colpiti dal sisma, il 54,4 % pari a 2.176 alloggi hanno dato esito A e sono stati dichiarati agibili; il 15,6% pari a 624 alloggi hanno dato esito B e sono stati dichiarati temporaneamente inagibili, ma resi agibili con provvedimento di pronto interevento; il 3,9% pari a 156 alloggi hanno dato esito C e sono stati dichiarati parzialmente inagibili; l’1,3% pari a 52 alloggi hanno dato esito D e sono stati dichiarati temporaneamente inagibili da rivedere con approfondimento; il 21,3% pari a 852 alloggi hanno dato esito E e sono stati dichiarati totalmente inagibili; il 3,5% pari a 140 alloggi hanno dato esito F e sono stati dichiarati inagibili per rischio esterno.
Rispetto alla “ricostruzione leggera” dei circa 3.000 alloggi classificati A, B e C, nei quali avrebbero potuto rientrare 3.000 nuclei familiari di varia composizione, cioè un numero enorme da 10.000 a 12.000 persone, l’ATER ed il Comune dell’Aquila non hanno fino ad adesso mosso un dito e aperto un qualsivoglia tipo di cantiere, mentre le famiglie che sono state costrette a rientrare negli alloggi classificati A, in assenza dei necessari interventi di consolidamento per riportarli ad una “ordinaria e certificata” sicurezza antisismica, lo hanno dovuto fare a loro rischio e pericolo.
Eppure, il Decreto-Legge Abruzzo e la Ordinanza di Ferragosto, mettevano a disposizione ben 150 milioni di euro, che nessuno ha pensato di immediatamente utilizzare. Mentre il Consiglio regionale e le altre “Istituzioni” sono state tranquillamente a guardare!”.


10 Febbraio 2010

Categoria : Cronaca
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