“E se qualche manina ha cagionato lutti?” – Il procuratore avvia gli interrogatori dei testi
L’Aquila – Il procuratore capo dell’Aquila, Alfredo Rossini, che indaga sui crolli del terremoto, ha aperto un fascicolo in cui si ipotizzano i reati di disastro colposo e omicidio colposo, ma non esclude di poter procedere in futuro per dolo. Il magistrato, oggi con la stampa, è stato molto chiaro ed esplicito. Si potrebbe andare ben oltre la colpa, e finire nel dolo: in questo caso le azioni avrebbero rilevanza penale molto maggiore. Queste le sue parole molto allusive: “Dobbiamo vedere se qualche manina per motivi colposi o anche dolosi ha contribuito a cagionare queste morti”, ha detto l’alto magistrato (anch’egli senza casa e senza ufficio) parlando con i giornalisti. “Se uno ha sbagliato – spiega – allora il reato è colposo, ma se uno ha rubato e nei pilastri non ha messo il ferro, allora il delitto diventa doloso”. Quanto a costruttori e tecnici, come categorie, finora le loro spiegazioni e giustificazioni sono impiantate su un ragionamento essenziale: si è costruito in base a norme vigenti allora, quando l’Aquilano era zona sismica non della massima pericolosità . Ma forse, secondo gli investigatori, il punto non è questo, che d’altro canto è ben più che evidente: il punto è stabilire se chi ha progettato, lo ha fatto a regola d’arte; se chi ha costruito, lo ha fatto a regola d’arte; se sono stati utilizzati materiali (specie cemento e ferro) adeguati agli edifici, 12 dei quali sono crollati, e altri dei quali sono inagibili o danneggiati in misura impressionante. In altre parole: le manime alle quali fa riferimento il dr.Rossini. Viene ribadito oggi che sono almeno una ventina i costruttori da sentire in Procura. Neppure oggi dovrebbero esserci nomi sul registro degli indagati.
Intanto, nella giornata gli investigatori, su delega della Procura della Repubblica, hanno cominciato ad ascoltare i testimoni che nei mesi scorsi avevano manifestato, anche con esposti, dobbi sulla stabilita’ degli edifici nei quali risiedevano. A quanto si apprende, sarebbero stati ascoltati 5-6 testimoni tra cui la giovane Carmela Tomassetti, la studentessa di Celano, che 4 giorni prima del crollo aveva denunciato “pericolose crepe” alla Casa dello studente di via XX Settembre, crollata con il terremoto, causando numerose vittime.
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