Un dono nel 1936 del Vescovo Manuelli a Benito Mussolini
UNA COPIA DELLA MADONNA DEL POPOLO AQUILANO – ORNA ANCORA LA CATTEDRALE ETIOPE DI ADDIS ABEBA -
di Amedeo Esposito
Custodita per secoli nella distrutta chiesa di San Marco, il dipinto originale della Madonna Salus del popolo aquilano ha trovato collocazione, dopo il restauro, nel rinnovato tempio del Valadier, dedicato alla Madonna del Suffragio e denominata delle Anime Sante, pi azza Duomo.
Restauro dovuto a don Daniele Pinton che a Natale prossimo, al suono del Requiem di Mozart diffuso in tutta la grande piazza aquilana, farà risplendere nella totale armonia la facciata della sua Chiesa, costruita dopo il 1703, per dire al mondo, e in particolare allo Governo francese che ha finanziato il restauro ,che l’Aquila sta rinascendo anche sul piano spirituale.
Don Pinton, nel presentare l’originale della Madonna, ha anche sottolineato che vi sono altre due copie dello stesso dipinto.una portata – pensate – nel 1728 nel romitorio dei cappuccini a Vienna, per volere dell’imperatore Carlo IV; la seconda è esposta nella Chiesa di Santa Maria di Vezzolano in provincia di Asti.
Una terza copia da 80 anni (1936) orna la cattedrale etiope dedicata alla ”Natività della Beata Vergine Maria” di Addis Abeba, allora terra coloniale italiana. .
Quest’ulima copia fu dono di ringraziamento personale del vescovo aquilano del tempo, Gaudenzio Manuelli a Benito Mussolini che contribuì, con personali esborsi, alla costruzione della chiesa del XX secolo di Cristo Re, nel quartiere della Villa comunale dedicato ai gerarchi fascisti aquilani.
In particolare “ il Duce fece il più cospicuo e gradito dono dell’ imponente statua di bronzo di Cristo Re, col grandioso altare di travertino e di metallo, e colla maestosa croce di alabastro”, come si legge nel numero unico di “Aquila sacra, nella storia e nell’arte” del 1935.
Mussolini versò 30.000 lire, prelevandole dal suo conto personale, direttamente nelle mani dello scultore Ulderico Conti che realizzò le grandiose opere ancora oggi ammirate per la loro bellezza e raffinatezza da tutti riconosciute.
Due anni più tardi dalla costruzione della chiesa di Cristo Re, monsignor Manuelli volle ricambiare il dono:
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