Referendum, il 5 dicembre è un altro giorno davvero
Facciamo uscire questo editoriale a campagna referendaria conclusa, e in attesa del 5 dicembre che, non è una frase fatta, sarà comunque un altro giorno. Sapremo infatti cosa vuole la gente e come vorrà vivere il suo futuro. In un paese che va bene così, oppure in un paese diverso. Con un giovane premier che ama cambiare le cose, o con vecchi arnesi che se la passano bene e vivono da ricchi. Tra burocrazia, tempi lunghi, finte innovazioni che non innovano nulla.
Cambiare, specie ai giovani, dovrebbe piacere, ma forse anche a loro va bene così. Se prevarrà il sì, qualcosa cambierà , altrimenti ci terremo quello che abbiamo.
Anche tenersi quello che si ha, intendiamoci, è scelta lecita. Democratica, per usare una parola grossa e alquanto inadatta all’Italia. Ogni scelta, quando viene chiesta al popolo, è democratica. Ma se dovesse prevalere il no, per coerenza, dovremo tacere e smetterla di sbraitare sui politici grassi e sui satrapi delle poltrone a vita. Farlo ancora sarebbe un controsenso o soltanto invidia. Regolatevi. Un alto treno non passerà tanto presto… Cos’altro? Fate come volete, ma almeno pensateci sopra un attimo.
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