Il terremoto se n’è ritornato a Montereale
UNA SERIE DI SCOSSE MINORI NELLA NOTTE E OGGI DOPO IL 4,4 DI IERI, EPICENTRI POCO PIU’ A NORD –
L’Aquila – Il terremoto, dopo la forte scossa di ieri a Capitignano – 4,4 di magnitudine locale – torna indietro, anzi ritorna a Montereale, dove questa mattina prima delle 10 sono state registrate due scosse, una ml 2,2 e l’altra 2,7, quest’ultima avvertita dalla popolazione. La gente è da tempo in ansia, provata e stanca a causa delle scosse quasi quotidiane, fino ad oggi leggere. Scosse locali, sempre con epicentri in territorio aquilano, dunque diversi dai tanti altri rivelatisi tra agosto e ottobre, ad Amatrice, Accumoli, Arquata, e in Umbria. Insomma, un altro terremoto, tutto abruzzese, in una zona sismica per eccellenza come la valle del fiume Aterno con i centri del vicino Reatino.
Lo sciame sismico che solo ieri alcuni hanno “scoperto” perché la scossa era forte, in realtà era in atto da diverso tempo. Epicentro principale, ma non unico, il territorio di Montereale.
La zona è ad alta pericolosità insieme con quella di Campotosto e del suo immenso bacino idroelettrico con tre dighe. IL sismologo Del Pinto, tempo fa, aveva ipotizzato in una intervista che potesse “svegliarsi” la faglia Montereale-Campotosto, forse sollecitata dal terremoto di Amatrice. In effetti erano in corso eventi sismici spesso solo strumentali proprio in quella zona, e ieri è arrivata la scossa 4,4 Richter di Capitignano. Con il suo immancabile seguito di altri terremoti in sequenza. Repliche li chiamavano un tempo, quando la gente veniva a sapere solo delle scosse più forti. Oggi è meglio chiamarli sciami, visto che tutti possono verificare che le scosse sono decine.
Chi aveva voglia di attenuare, nascondere, smorzare le notizie oggi ci prova, ma inutilmente: tutti su Internet possono sapere tutto quando vogliono.
Il terremoto “ritornato” nell’Aquilano ha scelto, naturalmente, il momento peggiore: fa molto freddo, in alto è scesa la neve, le condizioni peggiori per chi ha paura di stare in casa e sceglie di uscire. L’incubo che non finisce mai diventa peggiore, incalza e deprime, rovina la vita.
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