Quarant’anni di silenzi e veleni
Se qualcuno domani vorrà leggere la storia dell’Abruzzo (ammesso che qualcuno oltre ai giornali voglia scriverla) sarà colto da incredulità e disappunto. O disgusto. Scoprirà infatti, oltre alle malefatte politiche e agli scandali con tanti arresti eccellenti, che la regione spacciata come quella verde in Europa, fu soltanto un deposito di veleni e rifiut8i tossici. Tra occhi chiusi e complicità a larghissimo livello. Tacquero e non videro per decenni tutti quanti, e quando un assessore pescarese 44 anni fa tentò di denunciare, fu isolato e lasciato solo come un farneticante. Dunque, tutti erano complici. Primi attori potenti erano grandi industrie e grandi marchi, dunque la politica nazionale, quelli che vengono sempre chiamati poteri forti. In realtà , erano fortissimi. Tutto durò per quattro decenni, si scoprì nel 2007, ma non accadde nulla,. L’area avvelenata è ancora avvelenata, nessuna bonifica.
Questo sarà il ritratto dell’Abruzzo, domani. Purtroppo, questa è l’immagine dell’Abruzzo, oggi. Tra un pesce al mercurio e una distesa di veleni “tombati” sotto ponti e ferrovie, a due passi da case, scuole, ospedali.
Da accapponare la pelle.
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