Equitalia-Rossi, siamo agli ufficiali giudizari


Ofena – Dal COSPA allevatori Abruzzo riceviamo:
“Dopo le varie dimostrazioni davanti la sede di Equitalia a l’Aquila in via Strinella prima con un carico di letame, poi con un pallottoliere gigante ed infine con duemila zappe in regalo, in quanto l’ente non ha mai voluto sottoscrivere il presunto debito che l’azienda agricola Dino Rossi sita in Ofena ha contratto in seguito a delle problematiche del settore. Infatti, l’azienda agricola Rossi è una delle tante aziende italiane ridotte al lastrico, grazie Equitalia che, non tenendo conto dei problemi di gestione aziendali costrette ad affrontare, per riscuotere piccole somme ingessa attività con capitali di svariati milioni di euro investiti impedisce l’accesso al credito quando iscrivono le ipoteche legali e i pignoranti verso terzi. Un vero colpo di mannaia all’economia! In molti si sono rassegnati, c’è chi addirittura ha preferito farla finita con una fune intorno al collo, ma c’è chi invece ha reagito combattendo con tutti le forze, anche portando i conti in piazza, facendo capire a tutti, quello che i nostri politici sono capaci di fare. Tornando ai fatti. Equitalia non ha mai voluto dichiarare il debito che l’azienda agricola Dino Rossi aveva contratto, anche in presenza degli agenti della digos e delle testate di tv locali e nazionali La 7, si è limitata solo a consegnare al titolare dell’azienda agricola un pacco di cartelle la cui somma ammonta ad €140.744,16 come afferma lo studio di commercialista tagliente di Pescara di cui solo il costo di Equitalia arriva 41.910,30 più 19.160,50 di interessi e sanzioni per un totale di 61.070,80 pari ad una percentuale del 64%. Nel conteggio risultano altri 15,741,56 di cartelle sospese di cui non se ne conosce la motivazione della sospensione ed Equitalia non è stata in grado di fornire spiegazioni in merito. Quindi, a conti fatti, il debito con Equitalia ammonterebbe 156.485,72.
A questo punto , con i conti alla mano, il sig. Rossi presenta un esposto alla procura dell’Aquila tramite l’avv. Maria Teresa Di Rocco, per il quale è stato chiesto l’archiviazione, ma il procedimento è rimasto aperto in quanto c’è stato accoglimento del ricorso da parte del legale, nel contempo però, si è potuto visionare i documenti nel Fascicolo e di qui la scoperta!! Il debito misteriosamente si è volatilizzato arrivando ad una modica cifra di € 60.926,85, a questo punto non ci rimane altro che chiedere il rateizzo. L’azienda agricola Rossi attraverso l’avvocato Davide Tagliente del foro di Pescara che si occupa della parte tributaria del Rossi, invia ad Equitalia due missive tramite pec per la richiesta di rateizzo del debito, visto che finalmente Equitalia si è sbottonata per la presenza della Procura e solo nella seconda missiva di diffida si fa viva con testuali parole:
Gent.mo avv. Tagliente, al fine di poter compiutamente evadere la richiesta inerente il contribuente indicato in oggetto, Le chiediamo, gentilmente, di inviarci i dati anagrafici del Sig. Rossi Dino. In attesa, cordiali saluti.
Qui lo stupore di tutti noi appena letta la risposta, dopo aver fatto manifestazioni a livello nazionale e riempito pagine di giornali on line e cartacei, Equitalia fa finta di non conoscere l’azienda agricola Dino Rossi, forse non gli è bastato il letame, ma per questo possiamo sempre rimediare, perché le aziende di letame e solo quello, ne hanno tanto a disposizione. Il sig, Rossi e… non quello delle barzellette, con eleganza affronta il problema inviando alle varie sedi provinciale regionale e nazionale di Equitalia l’ufficiale giudiziario per la notifica della diffida, rimanendo in attesa di risposta. Confidiamo anche in un oculato e attento lavoro della Magistratura aquilana per il procedimento ancora aperto e alla Procura di Trani per usura al fine di porre un freno a chi per il loro comportamento hanno portato i contribuenti al suicidio.
Nella mail in allegato ci sono tutte la documentazioni del caso.
(Ndr) - Equitalia, se lo ritiene opportuno, può dire la sua e sarà ospitata su questo giornale.


27 Novembre 2016

Categoria : Cronaca
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