Decesso di E.Ferri all’ospedale di Pescara: il parere dei periti


Pescara – (F.C.). “Non puo’ tacersi, ferme restando le criticita’ di condotta dei sanitari coinvolti, che la disfunzione degli impianti di ossigenazione sia stata causa del decesso della paziente, aggravandone in modo fatale la condizione, gia’ precaria, di insufficienza respiratoria, favorendo direttamente, di conseguenza, l’innesco delle aritmie ventricolari responsabili dell’insorgenza dell’arresto cardiaco o, comunque, favorendo l’insorgere dell’arresto cardiaco”. E’ il punto chiave della perizia disposta dal gip del Tribunale di Pescara, Antonella Di Carlo, per fare chiarezza sulla morte di Elvira Ferri, 57 anni, deceduta all’ospedale di Pescara a febbraio 2014. L’elaborato dei periti Vittorio Fineschi e Mario Giosue’ Balzanelli e’ stato illustrato, ieri mattina, nel corso dell’incidente probatorio. La vicenda conta tre indagati per omicidio colposo: il primario di Medicina Giancarlo Traisci e i medici del reparto, Antonio La Torre e Giancarlo Di Battista. Nello specifico, i periti nominati dal gip evidenziano “una gestione ospedaliera complessiva che puo’ definirsi di inadeguata qualita’ rispetto alle esigenze gestionali del caso specifico” e il mal funzionamento degli impianti per l’irrogazione dell’ossigeno ai pazienti. “Nel vagliare la rilevanza autonoma delle condotte dei sanitari rispetto all’exitus della paziente – scrivono Fineschi e Balzanelli – tale ricostruzione clinica trova limite causale deterministico laddove si consideri la grave obiettivata disfunzione tecnica di abbassamento della pressione di erogazione dell’ossigeno, proprio a livello dell’ala Est del settimo piano, occorsa nella notte in cui si e’ verificato il decesso, in corrispondenza della presa di ossigeno situata a livello del letto della paziente numero 30, in conseguenza della quale si e’ ridotta la portata fissata sul flussimetro all’atto della somministrazione alla paziente”. I tre medici sono indagati perche’, secondo il pm Gennaro Varone, per imprudenza, negligenza ed imperizia e, in particolare, per inescusabile colpa professionale” avrebbero omesso “in cooperazione tra loro l’approccio terapeutico che avrebbe salvato la vita a una donna ricoverata nel reparto e affidata alle loro cure, cagionandone la morte”. Secondo l’accusa, i medici avrebbero “omesso colpevolmente di disporre l’approccio diagnostico terapeutico salvavita, adeguato alla evidente grave e allarmante ipopotassiemia, risultante con evidenza dai tre esami emogasanalitico ed ematochimici”. La famiglia di Elvira Ferri e’ assistita dal legale Enzo Di Lodovico.


25 Novembre 2016

Categoria : Cronaca
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