Scie chimiche, il peggio che si possa fare è non parlarne
L’Aquila – Nei giorni scorsi, per iniziativa del consigliere comunale Ermanno Giorgi, si è tenuto un convegno sulle scie chimiche. Un argomento che inonda da anni Internet e coinvolge gli appassionati di fantasie e misteri. Dedicare qualche ora a parlarne non è stata una cattiva idea: se non altro si è usciti dal consueto grigiore della politica e delle chiacchiere senza costrutto alle quali sono spesso votati convegni e raduni. Naturalmente c’è chi ha bollato l’iniziativa, ricordando che altri comuni italiani hanno negato il patrocinio a iniziative del genere.
L’Aquila ha invece mostrato un’apertura mentale e serenitù di giudizio sull’iniziativa. Il solo modo di evitare bufale e balle che alimentano la peggiore credulone ria popolare, è sviscerare gli argomenti, dialogare senza remore.
Le scie chimiche e la teoria del complotto che le riguarda girano la molti anni. Tutti le smentiscono come prodotto di un complotto, ordito dai potenti della Terra per occulti scopi legati al lucro. Gli scienziati tentano spiegazioni ma spesso risultano troppo rigidi e quindi poco convincenti. Parlarne in modo disteso e credibile è quindi meglio. Anche perché l’assoluta certezza, la verità rivelata su certi fenomeni, non esiste al cento per cento. Negare e spiegare – anche da parte di politici e governi compreso il nostro – potrebbe… far parte del complotto. Dopo la guerra si negava a spada tratta che nel mondo scientifico si stava lavorando per bombe atomiche e altri gingilli. O si nega oggi, in modo sempre più faticoso, che gli UFO siano una realtà degna di attenzione.
Parliamone, quindi, degli argomento, anche quando sono scottanti o controversi. A L’Aquila è stato fatto. Le scie sono una bufala? Bene, comunque oggi molti ne sanno di più e magari non si abbandonano a suggestive quanto azzardate credulone rie da Internet.
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