Demolizioni e paura in Via Marrucini, la gente non doveva tornarci
L’Aquila – (foto. il ponteggio su via marrucini e il palazzo demolito) – Era prudente lasciar tornare gli inquilini negli edifici Banca d’Italia di via Marrucini? Non sarebbe stato più assennato tenere ancora sgomberi almeno gli appartamenti corrispondenti al ponteggio innalzato subito dopo il sisma nella parte iniziale della strada-trappola?
Certo, sarebbe andata così in qualsiasi altra città , ma non a L’Aquila, dove troppo spesso si è agito anche per ascoltare pressioni forti. Quelle della Banca d’Italia, appunto, che voleva riavere gli inquilini (e i salati affitti che pagano) anche dove esistevano rischi, disagi e dubbi.
Ieri, durante la demolizione di un palazzo che avrebbe dovuto sparire già da anni essendo malfermo e pericoloso. Parte della struttura è precipitata al suolo con un boato spaventoso, resti di muratura in caduta libera, polverone fitto e persistente. Nella strada c’erano auto, il quartiere non era stato sgomberato neppure sotto il ponteggio eretto proprio perché si temevano crolli. Per fortuna, il ponteggio ha tenuto. Ma la gente ha avuto paura e ha subito un trauma profondo- Se il ponteggio fosse crollato, tutti sarebbero rimasti imbottigliati in una strada senza uscita, esattamente come avvenne la notte del terremoto, quando centinaia di persone non poterono fuggire o allontanarsi con le auto, perché l’unica via di fuga era occlusa di macerie e via Marrucini non ha altri sbocchi.
Si tratta di disagi inevitabili, è vero, ma certe situazioni andrebbero affrontate meglio e con maggior prudenza. O vogliamo chiamarla solo rispetto dei cittadini?
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