No o sì? Riflessioni e risposta: no
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “La camera (quella dei deputati) (non quella da letto…) ha una convenzione con una compagnia di assicurazioni per mettere sotto copertura, da tutta una serie di rischi, i così detti onorevoli. Inutile dire che una buona fetta del premio di assicurazione lo paga il contribuente, anche se sarebbe più corretto dire che il contribuente stesso paga tutto perchè la quota a carico del fondo di solidarietà dei deputati fino a prova contraria vien fuori sempre dalle nostre tasche, visto che anche l’aria che costoro respirano la paghiamo a caro prezzo.
Il normale fastidio che sapere queste cose procura alla gente comune si associa a stupore, disgusto, incazzamento feroce insomma, quando si scopre che la copertura comprende anche il caso di infortuni “in stato di ebbrezza”. Ovvero se un “onorevole” alza il gomito e dopo sbatte la testa contro un palo di cemento, puo’ stare tranquillo perchè tanto paga “Pantalone” e quindi ci si puo’ sbronzare in tutta tranquillità (supponendo che quando si parla di danni siano esclusi quelli riportati dal palo di cemento).
Ma il buon “Pantalone” , dagli oggi, dagli domani e anche ieri e iri l’altro potrebbe anche ribellarsi.
Non c’è problema: l’assicurazione copre anche eventuali danni “in caso di sommosse, insurrezioni o tumulti popolari.
Nel frattempo “la voce del padrone” (tv stampa ecc), guarda caso nell’imminenza del referendum, sentenzia che il pil boccheggia un po meno di prima, che l’occupazione aumenta, che le cose vanno meglio, insomma. Sarà, ma la gente è allo stremo e quando si parla di occupazione l’unica che aumenta è quella delle case da parte di disoccupati
con moglie e figli da sfamare e da alloggiare dignitosamente, mentre centinaia di migliaia di persone piu’ che qualificate subiscono i ricatti del così detto mondo del lavoro (quando hanno la “fortuna…” di poterli subire) con lavori sottopagati a dir poco.
Ma qualcuno, più di qualcuno, cioè le piu’ grandi teste di cavolo del paese, in Italia campa alla grande facendo politica, mangiando a sbafo, leggendo a “truscia”, viaggiando senza pagare, andando allo stadio “aggratis” come pure a cinema, al teatro o dovunque il popolo debba invece pagare. Una manica di cialtroni, spesso analfabeti, sulle biografie dei quali si trovano le cose più idiote che si possano immaginare, dal fatto che collezionano lecca lecca al possesso della licenza per la caccia al facocèro.
E tutti sparanzati su poltrone ottenute per grazia ricevuta e non per volontà degli elettori, ma tutti abilissimi nel trasformismo come e meglio di un camaleonte.
Il 4 dicembre è vicino e spero che tanti capiscano che se le cose vanno male non è colpa della Costituzione, fatta da gente perbene e che oltre tutto conosceva anche l’uso del congiuntivo.
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