Vesuvius chiude, allo sbando 90 famiglie


Ranieri “Servono scelte coraggiose per evitare la delocalizzazione delle imprese e per garantire un sostentamento economico a chi perde il lavoro”.

Avezzano – Il tavolo del MiSE non ha prodotto i risultati che i lavoratori speravano: la Vesuvius chiuderà i battenti sia a Macchiareddu che ad Avezzano. L’ennesima azienda che chiude per spostare la produzione dove conviene di più. Il risultato di questa corsa al profitto sono 90 famiglie lasciate senza lavoro con un gravissimo danno per loro e per tutto l’indotto.
Se una multinazionale inglese, con oltre 200 siti produttivi nel mondo, decide, a causa di una flessione della domanda, di chiudere alcuni ottimi stabilimenti, efficienti e produttivi, perché sostanzialmente poco convenienti dal punto di vista del margine di profitto vuol dire che siamo limoni da spremere e null’altro.
La Regione deve giustamente pretendere l’integrale ripristino del sito di insediamento, perché non si deve permettere ad una multinazionale di sfruttare il territorio finché conviene, per poi lasciare ad altri i costi e i guasti dello sfruttamento industriale. Inoltre è necessario che chi Governa questa regione si accerti che venga fatta la necessaria bonifica. Meglio ancora se questo spauracchio potrà essere utilizzato come merce di scambio per ottenere che l’azienda desista dal suo intento di trasferirsi, perché, dopotutto, anche questi sono costi da affrontare e forse tenerli in considerazione potrebbe indurre la Vesuvius a rivedere certe scelte.
E’ doloroso per noi trovarci esclusi dal dibattito istituzionale perché recenti disposizioni precludono alle opposizioni l’accesso ai tavoli ministeriali. Non aiuta. Di certo non ha aiutato neanche l’aver tenuto la Marsica fuori dagli aiuti di stato di competenza regionale, i cosiddetti fondi 107.3c, non più reinseriti neanche in sede di rimodulazione.

A tutto questo si aggiunga che lavoratori e cittadini sono stati presi in giro ed illusi in questi mesi, quando i responsabili della Vesuvius hanno assicurato di voler trovare una soluzione attraverso l’incontro con sindacati e istituzioni, e sono stati perciò convinti a sospendere le mobilitazioni, poiché avrebbero potuto aggravare una situazione aziendale che in realtà grave non lo è mai stata.
Se la tendenza è quella della delocalizzazione per diminuire i costi di una Paese come l’Italia evidentemente senza appeal per gli investitori, allora sono necessarie scelte lungimiranti e coraggiose: per questo abbiamo presentato proposte di legge tanto in parlamento quanto in regione per un reddito di cittadinanza, che consenta ai lavoratori di affrontare serenamente situazioni di questo tipo senza lo spettro dell’improvvisa povertà, per questo ci sono proposte del Movimento 5 Stelle sia a livello regionale che nazionale per incentivi strutturali contro la delocalizzazione, per contrastare, almeno temporaneamente, la fuga delle imprese verso paesi con una più leggera struttura dei costi, ma soprattutto, è necessario applicare una logica di progressiva riconversione produttiva verso una crescita economica legata alle specificità locali, che eviti, o perlomeno attenui gli effetti peggiori delle crisi economiche grazie alla sinergia con il territorio.


26 Ottobre 2016

Categoria : Politica
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