Mia Casa presente al Consiglio regionale: chiediamo un “mozione unitaria”
L’Aquila – Una delegazione del Mia Casa sarà presente alla seduta del Consiglio regionale che si terrà domani 9 febbraio a Pescara, per chiedere al Presidente del Consiglio ed ai Capi-Gruppo la convocazione urgente di un Consiglio regionale straordinario e aperto da tenersi a L’Aquila.Le Istituzioni della Regione Abruzzo, che sono responsabili di un “importante e prezioso” patrimonio abitativo pubblico, devono “dimostrare” con i fatti la loro effettiva volontà di intervenire su tutte le unità abitative classificate A, B e C, affinchè, attraverso l’ATER ed altri soggetti attuatori, siano “immediatamente” riparate, consolidate, messe in sicurezza antisismica , consentendo così il “ritorno in Città” di migliaia di Inquilini e di famiglie ancora sfollate.Il patrimonio residenziale pubblico costituisce oltre che un bene economico prezioso anche un dato costitutivo del paesaggio urbano aquilano dal punto di vista storico,culturale e sociale, e questo patrimonio risulta danneggiato ed in certi casi distrutto nel fatto materiale delle costruzioni, mentre, “approfittando della situazione”, le aree, specialmente quelle a corona del centro storico aquilano (Torrione, S. Barbara, Valle Pretara, S. Sisto, S. Francesco, Collesapone, Collecapocroce, ecc.) potrebbero far gola ad interessati imprenditori i quali, con la scusa dell’emergenza, potrebbero offrire una speculativa ricostruzione in cambio delle aree stesse e previa la cosiddetta de-localizzazione periferica di volumi edilizi e corrispondenti abitanti: ma ciò distruggerebbe un pezzo di memoria della città e ne cambierebbe i connotati civili e sociali.Ecco perchè, il Mia Casa, nel corso della seduta di domani e anche attraverso la 2^ Commissione consiliare competente in materia, chiederà tra l’altro ai Capi-Gruppo del Consiglio regionale di presentare “seduta stante” una “mozione unitaria” con la quale il CONSIGLIO REGIONALE impegna il Presidente dalla Giunta e Commissario governativo, alla conservazione-ricostruzione del patrimonio abitativo pubblico ed, in ogni caso, a non porre in liquidazione, in vendita, in permuta o comunque sul mercato le aree su cui sorgono le case popolari (e comunque tutte le aree attualmente di proprietà dell’Ater), e a non consentire nessuna ipotesi di delocalizzazione o trasferimento di volumi edilizi relativi alle medesime aree e ad astenersi dal valicare qualsiasi accordo di programma di edilizia convenzionata o meno al fine di preservare queste aree a beneficio delle future generazioni sottraendole alle avide tasche del produttivismo edilizio alleato della mala politica italiana.
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