Acque minerali, in tv lo scandalo abruzzese
L’Aquila – Il terremoto, come stiamo imparando, può essere, ed è stato, anche un affare per qualcuno, complice una normativa quanto meno discutibile. In un’inchiesta giornalistica trasmessa questa sera, Rai Tre ha messo sotto i riflettori lo scandalo della tassazione delle acque minerali in Abruzzo che prevedeva un balzello di circa 2500 euro a forfait sul totale prodotto da ciascun stabilimento. E’ emerso che la tassa delle acque minerali in Abruzzo viene applicata solo simbolicamente e, grazie al decreto sul terremoto, i grandi gruppi presenti sul territorio abruzzese hanno avuto sospesa la tassazione. La legge parlava di tassa proporzionale ma non faceva riferimento al parametro di proporzione. Con una successiva modifica legislativa si cercava di porre rimedio ma è emerso non esserci la volontà e la forza contrattuale da parte dei politici nell’imporre una tassazione giusta. Il terremoto per molti gruppi industriali, coinvolti dalla protezione civile, è stato molto utile per far aumentare il fatturato e per ridurre il costo delle imposte.
(ndr) Si spera che almeno questi gruppi siano riconoscenti con il territorio che li ospita e che gli fornisce la materia prima contribuendo in qualche modo alla ricostruzione della città dell’Aquila con fatti tangibili duraturi.
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