Grandi carnivori e rapaci minacciati in Europa
Teramo – Un platea foltissima e particolarmente attenta ha seguito i lavori del convegno “Grandi carnivori e rapaci necrofagi minacciati in Europa” che il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha organizzato a Teramo, nell’ambito del progetto LIFE PLUTO, nei giorni 13 e 14 ottobre scorsi.
La trattazione è risultata di notevole interesse non solo per la varietà degli argomenti trattati e delle specie che ne sono state l’oggetto ma anche per i diversi punti di vista dai quali le tematiche sono state affrontate da veterinari, biologi, naturalisti ed ornitologi, provenienti da Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Croazia e Bulgaria, che hanno presentato interventi di grande livello.
I Relatori hanno fatto il punto sullo stato di conservazione di orso e lupo e di varie specie di rapaci necrofagi ed analizzato i principali fattori di mortalità che li colpiscono, determinando, talvolta, un impatto tanto grave da comprometterne la sopravvivenza.
Gli argomenti del convegno, che è stato ospitato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo, sono stati introdotti dal Direttore del Parco Gran Sasso-Laga, Domenico Nicoletti, dal Comandante Provinciale del Corpo Forestale di Teramo, Gualberto Mancini, e dal Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria, Pier Augusto Scapolo.
Nella prima giornata gli interventi hanno riguardato principalmente aspetti naturalistici connessi ai grandi carnivori ed ai rapaci necrofagi e particolare attenzione è stata rivolta a progetti attuati o in corso in Europa in loro favore. Per l’Italia sono emerse alcune situazioni molto positive come la reintroduzione del gipeto sulle Alpi, quella del nibbio reale in Toscana meridionale e quella, in diverse aree, del grifone, ma sono state anche evidenziate le condizioni drammatiche del capovaccaio, piccolo avvoltoio sull’orlo dell’estinzione (otto coppie rimaste), in attesa di urgenti ed articolate misure di salvaguardia.
Nella seconda giornata argomenti più prettamente veterinari si sono intrecciati ad aspetti conservazionistici, stimolando il confronto e la riflessione su tematiche quali l’uso veterinario di antinfiammatori come il Diclofene che possono risultare letali per i rapaci, il ruolo e la gestione di punti di alimentazione per rapaci (carnai) e le gravi conseguenze determinate su molte specie dall’intossicazione da piombo.
Molte criticità sono state esaminate in merito al lupo ed all’orso in entrambe le giornate, rimarcando che le principali, sia in Italia che in altri paesi, sono legate ad attività di natura antropica e sono rappresentate soprattutto dall’investimento stradale e dal bracconaggio; a queste si affiancano fenomeni naturali e differenti patologie. Esperti del Parco Gran Sasso-Laga hanno condiviso la loro pluriennale esperienza di studio e supporto del lupo mentre esperti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno approfondito tematiche relative allo stato ed ai problemi dell’orso marsicano.
Elettrocuzione, impatto contro cavi aerei ed impianti eolici, disturbo nelle aree di nidificazione ed avvelenamento sono stati segnalati come le minacce più importanti che influiscono negativamente sulle popolazioni di rapaci necrofagi, primi tra tutti il grifone ed il nibbio reale. Il fenomeno dell’avvelenamento, purtroppo, è ricorso spesso nelle presentazioni dei vari relatori, confermandosi come una causa di morte molto rilevante per molte specie di animali in vari paesi europei e rafforzando la convinzione che, per contrastarlo, debbano essere adottate misure specifiche ed articolate.
E’ quello che, in Italia, si prefigge il progetto LIFE PLUTO (www.lifepluto.it) portato avanti dal Parco Gran Sasso-Laga e dal Corpo Forestale dello Stato, che vede quali azioni portanti l’impiego di Nuclei Cinofili Antiveleno, la qualificazione del personale CFS, la sensibilizzazione ed il coinvolgimento della popolazione e, nel Parco, la gestione di un carnaio per rapaci in collaborazione con gli allevatori locali.
L’impatto del veleno, in particolare, si sta rivelando devastante per grifone, capovaccaio ed avvoltoio monaco nei Balcani, e per varie specie di rapaci necrofagi in Spagna, paese che, comunque, rimane la loro roccaforte europea.
D sottolineare come gli addetti ai lavori abbiano evidenziato che la conservazione dei grandi carnivori e dei rapaci necrofagi presenti punti di contatto ma anche altri di contrasto che devono essere valutati in maniera corretta per poter definire le più opportune strategie di conservazione.
Oltre duecento partecipanti tra personale di enti parco, personale del Corpo Forestale dello Stato, guardiaparco, biologi, naturalisti e veterinari, inclusi studenti della Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo, hanno interagito con i relatori e stimolato approfondimenti, scambi di esperienze ed efficaci confronti.
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