Sette anni e mezzo: terremoto, misteri prima e dopo – Quante cose da spiegare agli aquilani


CHI SI PREPARA ALLE ELEZIONI DOVRA’ DARE MOLTE RISPOSTE – SEMPRE IN ATTESA DELLA COMMISSIONE DI INCHIESTA PARLAMENTARE… –

L’Aquila – (GC) – Ricordate la commissione parlamentare di inchiesta sul terremoto del 2009. ?
Bene, continuate a spremere le meningi. Al più, vi torneranno in mente i copiosi e ridondanti annunci dei vip politici. In sostanza, la commissione è parei a zero: silenzio e attesa. Nonché fede, se ne avete una.
. Forniamo qualche dato, ci sarà pane per i suoi denti, se vorrà davvero arrivare a qualche risultato. Se vorrà.
Sette anni e mezzo dal terremoto. Per las giustizia, un solo colpevole. Per il Comune dell’Aquila, neppure uno spazio e un monumento per i 309 morti. Ricostruzione in atto, un mare di denaro speso. Restano tutti i misteri del prima e del dopo sisma, anzi alcuni scottano più di prima.

PRIMA
Il terremoto nell’area aquilana è periodico, lo dice la storia. La frequenza non è di 300 anni, bensì di 50-60. Perché nella storia aquilana dal 1950 ad oggi nessuno si è posto il problema?
Due elementi costituiscono il mistero più inquietante. Il rapporto Barberi sulla fragilità di centinaia di edifici ( tutti poi crollati) era nei cassetti di Comune, Provincia e Regione alla fine degli anni Novanta. Vi rimase chiuso e ignorato. Anche quando – secondo mistero- degli scienziati (puniti invece di essere premiati) scoprirono sotto la città una natura geologica capace di fortissime accelerazioni delle onde sismiche. Come dire: enorme rischio di crolli, un abbagliante led rosso acceso su tutti i politici e le istituzioni.
Il rapporto Barberi fu “rivelato” dopo il 2009 da alcuni giornali, ma sui giornali c’era già stato anni prima. E come. Insieme con la verosimile predizione che nei primi anni 2000 il terremoto avrebbe potuto ripetersi, stando alla conclamata periodicità storica.
Non accadde nulla.

DOPO
Dopo il 2009 i misteri si accumulano e durano. Li conosciamo tutti. L’Aquila non ebbe e non ha aree di raccolta agevoli e organizzate. Tutte le maggiori opere da ricostruire sono ferme: castello, cattedrale, chiese, palazzi e palazzoni, lo stesso Comune. Tutto ciò che costa è fermo. Risorti alcuni edifici di casate illustri, rispuntato qualche avito palazzo. Trascurate o dimenticate per anni le opere donate (Canada, Giappone, Francia), nelle tenebre il Teatro comunale. Abbreviamo per esigenze di sintesi. Si collezionano figure meschine con chi ha sborsato o promesso denaro. Le scuole? Mistero su tutte o quasi. Grandi opere pubbliche? Su alcune gravano sospetti circa gli enormi ribassi offerti da chi vuole insignorirsene. Su altre non grava altro che il numero degli anni: il grande svincolo tra ss.17 e ss.80 all’hotel Amiternum. Lo svincolo al Cermone. Il tracciato della 17 da Bazzano a Poggio PIcenze. Il viadotto di Belvedere. Il ponte sulla Mausonia. Il polivalente di Paganica. E via avanti così. Ci sarebbe a riempire un giornale intero.
Mistero dei misteri, crisi nell’edilizia e centinaia di lavoratori – solo stranieri – nei cantieri. Muti i potenti imprenditori, in imbarazzo i sindacati, assente la politica
CFhe si prepara alla contesta per le elezioni comunali. Nessun dorma: di questi e di altri misteri a chi sgomiterà per salire in serpa nei prossimi anni chiederemo conto. Ci sarà chi rompere le uova nei panieri. Scaldiamo i motori, i giochi stanno per cominciare.


04 Ottobre 2016

Categoria : Attualità
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