Sul mancato ripristino delle bandiere del Comune
– di Amedeo Esposito –
LA CITTA’ UMILIATA NEI SUOI VALORI CIVICI –
L’Aquila, – Lo sfregio fatto da quanti – stolti! -. hanno spezzato i pennoni delle bandiere, simboli dell’Italia e dell’Europa, nell’alloggio d’angolo del palazzo municipale (palazzo Fibbioni) ha rappresentato e rappresenta l’umiliazione della città tutta.
Non c’è per questo nessuna attenuante né scusante: si è trattato di atto anti-aquilano e anti-europeo. Indegno per quanti lo hanno commesso che non dovrebbero essere neanche considerati parte della comunità aquilana, e condannati senza appello, per la indignazione e l’avvilimento suscitati in.quanti, ormai con i capelli bianchi (tra questi chi scrive), credono nella sacralità dei simboli dell’italianità.
Avvilimento aggravato e reso più amaro per via del fatto che a due giorni dall’atto infame, su quei pennoni non sono tornate le bandiere violate.
Sono così forti i vandali, da spaventare il Sindaco Cialente a sfidarli facendo riposizionare le bandiere immediatamente?
“…Il bello è null’altro che l’inizio del tremendo…”, per dirla con Rilke.
Il Sindaco Cialente – va detto chiaramente – ha abdicato dinanzi al “tremendo” (perché tale è stato il vandalismo) che emana tenebra, gelo e cupa imitazione dell’annullamento dei sentimenti patri.
Mediti, Sindaco Cialente, sulla sua mancata immediata reazione nei confronti di chi, prima di tutti, ha umiliato il Primo Cittadino e con esso l’intera città..
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