Crescita dell’occupazione in Abruzzo: i dati Istat


L’Aquila – (F.C.). L’Istat nei suoi resoconti trimestrali sulle dinamiche del mercato del lavoro usa analizzare sia i dati tendenziali (dati del trimestre rispetto a quelli dello stesso trimestre dell’anno precedente) che i dati congiunturali (dati del trimestre rispetto a quelli del trimestre precedente). La dinamica tendenziale dell’occupazione in Abruzzo, nel II trimestre 2016 rispetto al II trimestre 2015, ha registrato un incremento in valore assoluto di 28.000 unita’ (+3,2) e in valore percentuale del 6% che posiziona l’Abruzzo al primo posto della graduatoria nazionale delle regioni italiane. L’analisi e’ del ricercatore Aldo Ronci Per capire meglio gli sviluppi effettivi del mercato del lavoro nel periodo in esame – spiega in una nota lo studioso – penso sia piu’ utile l’analisi congiunturale in quanto l’eccellente risultato tendenziale dell’Abruzzo nel II trimestre 2016 dipende: dal fatto che si fa riferimento al numero degli occupati nel II trimestre 2015 (468 mila) che e’ stato il terzo peggior risultato trimestrale degli ultimi 10 anni; dalla dinamica degli occupati avvenuta in parte dell’anno precedente che guarda caso nel IV trimestre ha visto crescere gli occupati di ben 18 mila unita’. Nel I trimestre 2016 gli occupati sono stati 485 mila mentre nel II trimestre 2016 salgono a 496 mila registrando un incremento di 15 mila unita’. In valore percentuale, in Abruzzo, gli occupati hanno segnato un incremento del 3,2% a fronte di una crescita nazionale del 2,4%. L’incremento di 15 mila occupati e’ il risultato di due variazioni di diversa intensita’. lavoratori dipendenti crescono di 6 mila unita’ e quelli indipendenti di 9 mila. La crescita percentuale dei dipendenti in Abruzzo (+1.8%) e’ molto vicino per difetto a quello italiano (+2,4%) mentre l’aumento percentuale degli autonomi in Abruzzo (6.7%) e’ il triplo di quello nazionale (2,4%). Il consistente incremento degli occupati (+15 mila) e’ fortemente condizionato dal fatto che da un lato i dipendenti, che rappresentano il 73%, contribuiscono all’incremento con appena il 40%, dall’altro gli autonomi, che rappresentano soltanto il 27%, concorrono con uno strepitoso 60%. Gli occupati per attivita’ economica registrano notevoli incrementi nelle costruzioni (+15 mila) e nei servizi (+14 mila), subiscono un consistente decremento nel commercio e nelle attivita’ ricettive (-9 mila), meno consistenti i decrementi in agricoltura (-4 mila) e nell’industria (-1 migliaio). Da sottolineare – afferma Ronci – lo stratosferico incremento percentuale delle costruzioni pari al 49,5% contro il 3,7% nazionale, valore che posiziona l’Abruzzo al primo posto della graduatoria nazionale. Nelle costruzioni i dipendenti crescono di 9 mila unita’ e gli autonomi di 6 mila e la crescita percentuale dei dipendenti (+46,4%) e’ 11 volte quella nazionale (+4,3%) e quella degli autonomi (+56,1%) e’ 20 volte quella italiana (+2,19%). Nei servizi i dipendenti si incrementano di 6.000 unita’ mentre gli indipendenti, che sono il 20% del totale, si incrementano di ben 8.000 unita’. Nell’industria gli occupati dipendenti diminuiscono di 3 mila unita’ mentre gli indipendenti si incrementano di 2 mila unita’, valore quest’ultimo pari al 18,2% in controtendenza con l’andamento nazionale (-5,5%). La ricerca di Ronci tocca anche il tasso di occupazione in Abruzzo – dice – nel II trimestre 2015 e’ stato del 56,8%, valore che rimane ancora piu’ basso del 57,7% nazionale e che registra uno spread negativo di 0,8 punti percentuali. In Abruzzo, nel I trimestre 2016 i disoccupati ammontavano a 70 mila unita’ e nel II trimestre 2016 diventano 64 mila registrando un decremento di 6 mila unita’. I disoccupati hanno annotato un decremento dell’8,1% molto piu’ consistente del dato Italiano che ha segnato una flessione del 3,1%. Il tasso di disoccupazione, in Abruzzo nel I trimestre 2016, e’ stato del 12,7% mentre in Italia ha segnato il 12,1%. Nel II trimestre 2016 il tasso abruzzese, per effetto da un lato del decremento degli occupati e dall’altro dell’incremento degli occupati, e’ riuscito ad uguagliare il tasso nazionale dell’11,5%. Gli inattivi passano da 312 mila del I trimestre 2016 a 304 mila del II trimestre 2016 registrando un decremento di 8 mila unita’. La flessione degli inattivi e’ stata del 2,6% inferiore al valore medio nazionale del 3,3%. Altro tema al vaglio del ricecatore il tasso di inattivita’ che in Abruzzo nel II trimestre 2016 e’ stato del 35,7%, valore piu’ alto del 34,7% nazionale che evidenzia uno spread negativo di 1 punto percentuale. Questa, infine, l’analisi conclusiva del ricercatore: la crescita degli occupati in Abruzzo nel II trimestre 2016 di 15.000 unita’ vede: incrementarsi il settore delle costruzioni (+15.000), probabilmente per effetto della ripresa dei lavori di ricostruzione post-terremoto, con un incremento percentuale che e’ stato pari al 49,5% contro il 3,7% nazionale, valore che posiziona l’Abruzzo al primo posto della graduatoria nazionale; accrescersi anche il settore dei servizi (+14.000); flettersi il commercio e le attivita’ ricettive (-9.000), l’agricoltura (-4.000) e l’industria (-1.000). Il dato e’ decisamente positivo ma frutto soprattutto dell’incremento di 9.000 autonomi che percentualmente rappresentano appena il 27% del totale degli occupati mentre contribuiscono all’incremento per il 60%. La crescita percentuale degli autonomi in Abruzzo (+6,7%) e’ il triplo rispetto al dato nazionale e si riverbera proprio nei settori delle costruzioni (+56,1%) e dei servizi (+16%). Da ricordare – evidenza in conclusione l’analizzatore – che l’Istat comprende tra gli occupati anche: coloro che nella settimana di riferimento (a cui sono riferite le informazioni) hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attivita’ che prevede un corrispettivo; tra i lavoratori autonomi anche: i coadiuvanti nell’azienda familiare; i collaboratori (con e senza progetto); i prestatori d’opera occasionali; le forme di lavoro irregolare.


19 Settembre 2016

Categoria : Economia
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