Processo a Bertolaso, ci siamo: udienza, ma prescrizione incombente
L’Aquila – Nei prossimi giorni ci sarà – o dovrebbe esserci – l’udienza del processo a Guido Bertolaso per alcuni dei 309 morti nel terremoto del 2009. Pochi giorni per celebrare il processo, poi il 6 ottobre la mannaia della prescrizione. Manca poco, quindi, ma l’imputato non ha ancora fatto sapere se alla prescrizione rinuncerà , oppure se ne avvarrà , chiudendo di fatto la vicenda giudiziaria. Nel modo che per molti risulterebbe più deludente e amaro.
Bertolaso è stato portato in tribunale dopo una complessa inchiesta della Procura generale, che rimise in piedi l’accusa (omicidio colposo e lesioni plurime colpose), dopo la richiesta di archiviazione della Procura aquilana. Il GIP accolse la richiesta di processo, si cominciò tre mesi fa, ma vi fu un rinvio al 21 settembre. Che è quasi arrivato. Giovarsi della prescrizione dei reati è un diritto del cittadino, in caso di procedure troppo lunghe. La prevede la legge, e nessuno può dubitarne. Ma è legittimo che l’interessato rinunci alla prescrizione, se si sente sicuro di essere innocente. Il tribunale decide ed emette la sentenza, se il processo viene celebrato.
In questa vicenda – che tocca profondamente la città terremotata e i parenti dei morti – è giusto abbandonare ogni preconcetto. Bertolaso può essere innocente o colpevole, se un giudice sarà chiamato a pronunciarsi. Gli onesti non sbraitano perché l’imputato sia condannato. O perché sia assolto. Chiedono solo a gran voce una sentenza, non una prescrizione sbrigativa e muta come un giudizio non emesso. Se lo Stato eluderà ancora un dovere tanto forte, come il dovere di rendere giustizia, non avrà certo consolidato la stima flebile e barcollante che serpeggia tra coloro che scelgono sfiducia e pessimismo. Sempre più numerosi.
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