Non è come acquistare il giornale all’edicola…
La vendita del quotidiano Il Centro era nell’aria, si sapeva che il gruppo editoriale (Espresso-La Stampa) doveva disfarsi di un paio di giornali locali, per non superare alcuni limiti di legge nell’espansione editoriale. Con la ingorda furbizia tipica dei mercanti, si è fastto circolare il nome di Toto, e invece a trattare erano altri. Ora abbiamo un quotidiano davvero abruzzese, ed è bene, ma non ci siamo salvati da manovre e colpi di scena che, di fatto, dominano qualsiasi trattativa. Pecunia non olet, soprattutto è vero che i soldi “mandano l’acqua a monte”. Lo dicevano i vecchi, avevano ovviamente ragione.
Comperare e vendere giornali, per di più in gran segreto, non dovrebbe essere consentito senza regole e limiti. Prima di tutto il rispetto di migliaia di lettori, poi i lavoratori dell’azienda. Invece è consentito, e avviene continuamente. I soldi passano sopra alla testa di tutti, prevalgono. Comperare un quotidiano radicato e importante non è come prenderlo in edicola. Invece, ai paperoni che possono farlo, si aprono le porte e si spiattella in faccia a tutti la frittata già cotta. Magari qualche politico, invece ci compiacersi, avrebbe dovuto meditare sulla nostra democrazia da operetta.
Comunque, speriamo che Il Centro ci sia sempre, libero e intelligente come è stato. Noi continueremo a comperalo (in edicola) e a leggerlo: speriamo senza storcere il naso. Uno dei padroni è da tempo un pregiato editore televisivo, abbiamo fiducia in lui. Gli altri soci? Staremo a vedere.
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