Washington, presentato “Un paese di carta” dell’aquilana Laura Benedetti
Nella prestigiosa Library del Parlamento americano Emily Langer ha conversato sul romanzo
con la scrittrice-
di Goffredo Palmerini
L’AQUILA – Nella prestigiosa Biblioteca del Parlamento americano (Library of Congress) è stato presentato giovedì pomeriggio, 1° settembre, il romanzo “Un paese di carta”, prima opera di narrativa di Laura Benedetti, scrittrice e saggista abruzzese che vive negli Stati Uniti, dove insegna letteratura italiana alla Georgetown University. A parlare del romanzo, in una conversazione con l’Autrice, Emily Langer, giornalista del Washington Post. L’incontro, organizzato da Lucia Wolf, bibliotecaria della Divisione Europea della Library of Congress, è stato aperto con un intervento di Grant Harris, direttore della Sala di Lettura Europea (Head, European Reading Room), che ha esordito rivolgendo il pensiero alle vittime del recente terremoto di Amatrice e ricordando l’evento sismico che nel 2009 colpì duramente L’Aquila.
Una magnifica serata e un grande successo, dalle notizie che ci giungono de relato, con le testimonianze e i puntuali riferimenti degli abruzzesi presenti all’evento e che vivono nella capitale federale e dintorni. Dopo le presentazioni in Italia – L’Aquila, Sulmona, Venezia, Roma, Pisa, Napoli – è stata la prima presentazione in lingua inglese. Per l’occasione Laura Benedetti aveva già tradotto alcuni brani del romanzo. Bravissima e brillante Emily Langer, firma autorevole del Washington Post, testata giornalistica tra le più famose degli Stati Uniti d’America. La giornalista è esperta di questioni italiane, laureata peraltro in Lingua e Letteratura italiana presso la Georgetown University ed autrice, grazie ad una borsa di studio Fulbright, d’una interessante ricerca sulla Risiera di San Sabba a Trieste. La conversazione ha spaziato dal ruolo della letteratura nel romanzo alle difficoltà del dialogo tra generazioni, dai problemi del post-terremoto alla storia della Resistenza italiana – per via dei Nove Martiri, la cui tragica vicenda è presente nel romanzo -, dalle problematiche legate alla traduzione alle differenze culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti. Dopo la presentazione del volume, molte le domande rivolte all’autrice dal folto pubblico, principalmente composto da professori, studenti e appassionati di cultura italiana e di letteratura in generale.
Con uno stile che affascina e incuriosisce fin dalla prima pagina, nel suo romanzo Laura Benedetti narra la storia dolce e mai sdolcinata di tre generazioni di donne che dall’Abruzzo finiscono in Maryland e in Utah. Del libro colpiscono, oltre alla vicenda interessante e attuale, spunto di varie riflessioni, il modo di scrivere dell’Autrice che, con poche parole, riesce a dire tante cose… Questa la trama del romanzo, in pillole. Rinchiusi in una modesta urna cineraria, i resti mortali di Alice, andata a morire sul Capitol Crescent Trail, seguono con straniata partecipazione le vicende delle due generazioni di donne che la vecchia bibliotecaria abruzzese, trapiantata negli Stati Uniti, si è lasciata alle spalle. La figlia Jane, eroina di un conformismo quasi compiuto, e la nipote Sara, imbronciata adolescente in piena crisi di crescita morale e di identità sessuale, si adoperano per rispettare le stralunate ultime volontà della matriarca, emigrata dall’Abruzzo nell’immediato dopoguerra. La più giovane si offre di portarne le ceneri in Italia. L’attende un paese diverso da quello iscritto nel suo immaginario, come diversa si rivela la figura della nonna scomparsa, in un viaggio che costringe a misurare la distanza tra passato e presente, illusione e realtà, le ragioni di chi parte e quelle di chi resta. Un viaggio che finisce a L’Aquila, da poco lacerata dal terremoto, dove la narrazione, con qualche esito sorprendente, richiama i ricordi di guerra e incrocia gli aneliti di libertà dei Nove Martiri aquilani.
Laura Benedetti è nata e cresciuta a L’Aquila. Dopo una Laurea in Lettere con il massimo dei voti all’Università “La Sapienza” di Roma, ha continuato i suoi studi in Nord America, conseguendo in Canada un Master of Arts alla University of Alberta e un Ph.D. alla Johns Hopkins University di Baltimora (Usa). Ha insegnato 8 anni alla Harvard University e dal 2002 alla Georgetown University, dove attualmente è professore ordinario. Come direttrice del dipartimento di italiano dal 2009 al 2015 ha organizzato numerosi convegni e seminari, spesso in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Washington. Ha pubblicato, tra l’altro, una monografia su Torquato Tasso (La sconfitta di Diana. Un percorso per la “Gerusalemme liberata”), gli atti di due convegni (Gendered Contexts: New Perspectives in Italian Cultural Studies) e l’edizione di un trattato rinascimentale (Giovambattista Giraldi Cinzio, Discorso dei romanzi). I suoi articoli spaziano dalla letteratura medievale alla produzione narrativa più recente, che ha seguito da vicino per dieci anni quale curatrice della voce “letteratura italiana” per l’Encyclopedia Britannica Year in Review. Il suo volume The Tigress in the Snow: Motherhood and Literature in Twentieth-Century Italy ha ricevuto nel 2008 il Premio Internazionale Flaiano per l’italianistica, mentre la sua traduzione inglese dell’ultimo lavoro di Lucrezia Marinella (Venezia, 1571 – Venezia, 1653) Esortazioni alle donne e agli altri se a loro saranno in grado, corredata di un’introduzione e di un apparato critico di oltre quattrocento note, ha reso di nuovo accessibile questo rarissimo volume. Il più recente libro di Laura Benedetti è appunto il romanzo Un paese di carta (Pacini Editore, Pisa, 2015) che traccia il percorso di tre generazioni di donne tra l’Italia e gli Stati Uniti. Per la sua attività di studiosa e per il suo impegno nella diffusione della cultura italiana, Laura Benedetti è stata insignita nel 2014 del premio “Wise Woman” dalla National Organization of Italian American Women di Washington D.C. e della Medaglia d’oro recentemente conferitale dalla FAA a Boston.
Qualche annotazione, infine, sulla Library of Congress. E’ di fatto la biblioteca nazionale americana, fondata il 24 aprile 1800 da John Adams, Presidente degli Stati Uniti, quando la istituì firmando l’atto del Congresso che stabiliva il trasferimento delle istituzioni statuali da Philadelphia a Washington, la nuova città capitale dello Stato federale. Con gli oltre 158 milioni di documenti che essa conserva è la maggiore biblioteca della storia del mondo. Le sue collezioni includono più di 28 milioni di libri catalogati e altro materiale stampato in ben 470 lingue. Più di 50 milioni i manoscritti, la maggiore raccolta di libri rari dell’America settentrionale, comprendente tra l’altro una Bibbia stampata da Gutenberg. E ancora, la più grande collezione del mondo di materiali legali, film, mappe, spartiti musicali e registrazioni sonore. Il Thomas Jefferson Building, sede della biblioteca, è considerato uno degli esempi più magnificenti dell’American Renaissance. Attualmente la Library of Congress è sistemata, oltre che nel Thomas Jefferson Building, la sede storica aperta nel 1897, anche in altri due grandi palazzi di Washington, il John Adams Building e il James Madison Memorial Building. Da queste poche note si può comprendere quanto sia prestigiosa la Biblioteca del Parlamento americano e quale sia il privilegio di tenervi un evento. In questo caso la scrittrice aquilana Laura Benedetti.
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