Angeli uggiolanti per amore


Sono angeli, se volete, i soccorritori, i bambini e i ragazzi morti tra i crolli, i vecchi, le mamme, i rudi vigili del fuoco, gli aerei centauri in enduro che portano conforto e medicine, i ruspisti, i medici, i cuochi, il povero sindaco di Amatrice e i suoi colleghi delle contrade devastate. Sono angeli tutti coloro che mangiano polvere e sofferenza. Siamo stati angeli anche noi, a L’Aquila e nel suo straziato cratere, sette anni e mezzo fa. I poveri morti, le anime strappate alla vita. Angeli tutti, ma che sanno parlare, urlare, protestare, chiedere, infuriarsi, piangere e digrignare i denti.
Sono muti, invece, i cani che uggiolano e leccano la bara con dentro i loro padroni, Oppure si accucciano ad aspettarli: non sanno che nessuno tornerà. Sono commoventi, fanno piangere anche i più inariditi. Davvero angeli, come solo i cani sanno essere. Creature d’amore che non finisce neppure tra i boati e l’orrore dell’ennesimo terremoto. Pensiamoli.



27 Agosto 2016

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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