Disastro del mare, subito uniti e decisi per salvarlo
ASCOLTARE L’ASSENNATO APPELLO DELLA CONFARTIGIANATO REGIONALE – ORMAI LE NOSTRE ACQUE TRA LE PEGGIORI D’ITALIA -
L’Aquila – Tirando le somme e valutando tutte le cose dette sul disastro del mare abruzzese, conclamato dai dati Legambiente (abbiamo un mare tra i peggiori d’Italia), sembra di poter dire che a vederci chiaro più degli altri è stata la Confartigianato abruzzese. Non la politica (moscia e ambigua), non l’ambientalismo, non tecnici e scienziati.
La Confartigianato ha detto in sostanza: mettiamo da parte polemiche e recriminazioni, accuse e controaccuse, uniamoci e salviamo il mare facendo subito quello che c’è da fare. Non speriamo nella fine dell’estate, e quindi dei divieti di balneazione, per spegnere le luci sull’allarme e dormirci sopra fino all’estate del 2017.
La proposta è saggia. Ognuno faccia il proprio dovere, la burocrazia si tolga di mezzo, i dirigenti degli uffici che ostacolano siano rimossi. E soprattutto i depuratori siano messi in funzione tutti. Un mistero come quello dei pesci morti sulla spiaggia di Torino di Sangro è soltanto ridicolo. Le schiume e le acque tossiche, sono tutte cose che hanno un nome e un’origine. Come gli scarichi abusivi, le industrie inquinanti che scaricano impunite nei fiumi, i controlli e gli occhi chiusi anche per anni. Diciamo le inerzie, le omissioni, i ritardi, i controllori che non controllavano e anche, spesso, gli ambientalisti distratti. Un coacervo di errori, complicità , omissioni, mefitiche complicità burocratiche, separazioni tra competenze e poteri. Un Abruzzo pessimo che è finito nel fondo delle classifiche ecologiche e soprattutto ha inflitto un danno irreparabile al turismo e alla propria immagine.
Unirsi e lavorare insieme, contando anche sulle ingenti risorse messe in campo dalla Regione, è la strada più conveniente da percorrere. Dovrebbe essere la politica a destarsi dai suoi nefasti torpori, invece è la Confartigianato.
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