Fermo presca, divieto antiquato in un contesdto ormai diverso


DIMENTICATA LA FOSSA DI POMO, SI SPERA IN NUOVE REGOLE DAL 23017 –

(FOTO; UNA SUCCULKENTA FRITTURA DA CENTRO COMMERCIALE, LA FOSSA DI POMO E DEI PARCHERECCI)
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In casa, si sa, le signore non sanno o non vogliono più cucinare, ma tutti, anche loro, continuano a… dover mangiarte ogni giorno. Quindi tutto cambia, anche nel mondo saporito e gradito della gastronomia ittica. Domani e fino al 26 settembre scatta il fermo pesca, disposto dal Governo e – dalle nostre parti – riguardante l’Adriatico centrale: Marche, Abruzzo, e quello meridionale, ovvero Molise e Puglia. Alt alla pesca (tranne quella minima e artigianale) e mercati riforniti dalla Croazia e dal Tirreno. A prezzi più alti, s’intende.
Il fermo pesca è dai più ritenuto inutile, se non dannoso, e inadeguato perché troppo esteso e generico. Negli anni, il pesce adriatico è diventato sempre più scarso, costoso, non redditizio. E i pescatori sono sempre di meno: qualcosa di sbagliato ci sarà, lo capirebbe chiunque, persino il Ministero competente, che annuncia novità dal 2017. Vedremo.
Il divieto piomba, inoltre, in un contesto di mercato completamente mutato, mentre sono cambiate abitudini, gusti, modo di consumare pesce. Usanze e offerte. Tutto. La politica ci ha messo 30 anni per capirlo.
Oggi nei grandi centri commerciali il pesce (in teoria di sicura origine) viene cucinato ed è diventato da asporto. Spesso è anche di buona qualità, persino ben cucinato, con poco sale (la mania iposodica imperversa). Te lo preparano quasi sotto il naso. La varietà dell’offerta c’è, fritture miste, sogliole, coda di rospo, merluzzo. Naturalmente con patatine surgelate. Se si preferisce, c’è il pesce surgelato, qualche volta anche discreto. Basta badare alle marche.
Il pesce viene fritto anche nei furgoni con cucina mobile, e portato a casa da dai consumatori. I furgoni arrivano anche nei piccoli centri. Le vecchie pescherie e i banconi di pesce freso sono sempre meno numerosi e poco forniti: prevale il pesce al trancio. Che avvenire avranno i ristoranti di pesce, quelli che sciorinavano pesce molto dubbio e molto costoso?
Sopravvivranno , speriamo, solo i locali migliori e fidati.
Una zona di pesca da tutelare con attenzione dovrebbe essere quella della Fossa di Pomo, specie di fronte al confine Abruzzo-Marche. Si tratta della depressione del da sempre pescosa. Un fermo pesca generale come quello che scatta domani non ne tiene conto. Tanto per evidenziare uno dei suoi limiti. Un problema che la Regione ha tentato di affrontare. Ma poi finisce che della Fossa di Pomo nessun o quasi sa nulla, e si tira a campare.


15 Agosto 2016

Categoria : Cronaca
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