36° Tendopoli di San Gabriele terminata con la marcia e l’incontro con Parolin
Isola del Gran Sasso – (F.C.). Cala il sipario sulla 36esima Tendopoli di San Gabriele. L’ultimo giorno della Tendopoli si e’ aperto con la tradizionale marcia a piedi verso Isola del Gran Sasso. Ad attendere i tendopolisti nel Santuario al ritorno c’era il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco, con altri quindici sacerdoti provenienti da tutta Italia. “Carissimi giovani e’ con grande gioia che mi ritrovo in mezzo a voi, a poche settimane dalla Giornata Mondiale della Gioventu’ di Cracovia”, ha esordito cosi’ il cardinale Parolin prima di iniziare una partecipata e seguitissima celebrazione eucaristica. “E’ stata un’esperienza esaltante e indimenticabile – ha osservato – vissuta insieme a papa Francesco e a una moltitudine di vostri coetanei provenienti da tutti i continenti. Il Papa stesso lo ha definito ‘un vero e proprio Giubileo dei giovani a livello mondiale’. Quando in nome di Cristo la Chiesa convoca un Giubileo, siamo invitati a vivere uno straordinario tempo di grazia. Mi auguro pertanto che anche questa 36esima Tendopoli, che ha avuto per tema la misericordia, sia stata uno straordinario tempo di grazia nel segno del Giubileo. Sono lieto di portarvi la vicinanza, il saluto e la benedizione del Santo Padre e vorrei in questa omelia della messa conclusiva riprendere alcuni punti salienti del suo ricchissimo insegnamento sulla misericordia e lasciarveli, insieme a tante altre cose belle che avete scoperto e sperimentato in questi giorni, come una mappa per il vostro futuro. Celebrare il Giubileo della misericordia – ha spiega il cardinale – significa innanzitutto fare esperienza della misericordia di Dio. Forse qualcuno di voi ha un peso nel cuore: non temete Lui vi aspetta. Lui e’ padre: ci aspetta sempre. Com’e’ bello incontrare nel sacramento della riconciliazione l’abbraccio misericordioso del Padre, scoprire il confessionale come il luogo della Misericordia, lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci perdona sempre. In questa luce il Papa ci invita a riscoprire le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Senza dimenticare le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Io ragazzi – ha proseguito il segretario di Stato del Papa – vi invito subito a fare un’opera di misericordia spirituale, l’ultima. Pregare Dio per i vivi e per i morti. La mia venuta tra di voi, infatti, ha riacceso in me, nella mente e nel cuore, il ricordo del mio primo incontro con la Tendopoli a Valencia, in Venezuela, (in Venezuela la Tendopoli si fa da 20 anni) dove ero Nunzio Apostolico, quando padre Francesco mi invito’ li’ nel 2011, come ora a celebrare la messa conclusiva. Poi vi chiedo come ha gia’ fatto il Papa di scegliere un’opera di misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese. Voi cari giovani siete creativi e concreti e non vi manchera’ certamente la fantasia per esercitare in maniera nuova le opere di misericordia corporali e spirituali. Ricordatevi che la Tendopoli inizia oggi e continua domani a casa. E’ li’ che Gesu’ vuole incontrarvi a partire da domani. Desidera venire a casa tua, abitare la tua vita ogni giorno: lo studio, gli affetti, le amicizie, il lavoro, i progetti e i sogni. Quanto spera che tra tutti i contatti e le chat di ogni giorno ci sia al primo posto il filo d’oro della preghiera. Quanto desidera che la sua Parola parli ad ogni tua giornata, che il suo vangelo diventi tuo, e che sia il tuo navigatore sulle strade della vita. Cari amici, siete venuti fin qui con i vostri zaini pieni di oggetti necessari alla vita quotidiana, ma anche colmi di richieste, di interrogativi, di disagi e di problemi da risolvere. Solo cosi’ Cristo potra’ riempirlo. Egli non vi propone soluzioni facili, ma vi offre la pienezza di vita. Vi richiama a quei valori che nessuno potra’ togliervi. Vuole colmare i vostri zaini con la sua amicizia, con la sua presenza, con la sua pace. Sappiate -a quindi voluto evidenziare Parolin – che Gesu’ e’ accanto a voi e non vi abbandona mai, anche quando tutto sembra crollare, quando la prova diventa sempre piu’ dura e all’apparenza non si vedono vie d’uscita. Portatelo nelle vostre case, nelle vostre comunita’, nei luoghi quotidiani, dalla scuola alla palestra, dal posto di lavoro alla parrocchia. Seguite l’esempio di San Gabriele che si e’ fidato e ha accolto l’invito del Signore. Non confondiamo la felicita’ con un divano, riprendendo l’efficace immagine usata dal Papa, durante la veglia della GMG, “un divano che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri. Un divano come quelli che ci sono adesso, moderni, anche con massaggi che ci garantiscano ore di tranquillita’, un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci ne’ preoccuparci. La divano-felicita’ e’ probabilmente la paralisi silenziosa che ci puo’ rovinare di piu’, che puo’ rovinare di piu’ la gioventu’. Questo e’ il messaggio che la Tendopoli ci lascia: aprirsi alla misericordia di Dio, lasciarsi avvolgere dalla misericordia. Solo allora troverete la felicita’ vera che nessuno potra’ sottrarvi”. Infine un monito per tutti: “Non tornate alla vostra routine quotidiana senza che queste giornate di condivisione fraterna, di riflessione e di festa non lascino una traccia. La comunione tra voi vi sostenga e vi accompagni sempre. Non manchi mai una Bibbia nei vostri zaini. Sia come una torcia che deve rischiararvi nell’oscurita’. Lasciate che la Parola di dio parli al vostro cuore, perche’ in essa troverete la fonte della vita e la risposta alle vostre domande. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio e da tanta disperazione”. Presente anche il vescovo di Teramo monsignor Michele Seccia, che in apertura della messa nel portare i saluti al cardinale Parolin ha detto ai tendopolisti: “Non siate giovani pensionati del sofa’” e li ha invitati a seguire l’esempio di San Gabriele. Paarolin e Seccia, al termine della messa, si sono uniti ai tendopolisti nella tradizionale foto davanti al vecchio Santuario. Sceso il sipario su questa 36esima edizione, il fondatore e anima della Tendopoli padre Francesco Cordeschi ha mostrato tutta la propria soddisfazione lodando il Signore per i suoi prodigi. Per i giovani in partenza i saluti non hanno rappresentato un addio ma un reciproco impegno a ritrovarsi di nuovo insieme per continuare a scrivere la storia della Tendopoli.
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