Terremoto, Adriatico “agitato”, invece di informare si alimenta l’apprensione
L’Aquila – Come il nostro giornale ha rigorosamente fatto, e sempre fa, semplicemente usando l’Istituto di geofisica, ieri sera poco dopo le 22 abbiamo pubblicato la notizia del terremoto a Larino. Una scossa notevole, magnitudine locale 3,5 (ma l’INGV diceva 3,7 subito dopo l’evento). Avvertita in vaste zone del Molise e dell’Abruzzo. Con comprensibile apprensione, in qualche caso paura. Terremoto come sempre avvertito qua e là con diversa percezione, forte o meno forte, secondo la natura del sottosuolo. In Abruzzo fino a Torino di Sangro e in ampie fasce interne.
Da quel momento, ha prevalso la confusione: qualcuno ha parlato di una seconda scossa addirittura superiore al 4 Richter. Inesistente sull’INGV, che però ha ritoccato la magnitudine. Qualche disfunzione c’era stata anche tra gli esperti. Come riferiscono nel loro linguaggio piatto e rituale i mass media, centralini “presi d’assalto” per saperne di più. Confusione, apprensione, paura e inevitabilmente qualche sciocchezza. Le tante telefonate in cerca di lumi, specie a Vasto, San Salvo e altri centri, dimostrano che la gente con il terremoto sotto i piedi è smarrita, impaurita, preda di dicerie e falsitàm incline alla psicosi. La paura fa novanta, si sa.
La storia teniamola da parte. Dice che secoli fa l’antica Istonium fu sommersa dal mare vasterse, sprofondò o chi sa cosa.
Ma la realtà teniamola presente. Da mesi l’Adriatico evidenzia inquietudine sismica molto estesa, specie dal Gargano in su. Scosse continue, l’anno scorso anche una molto forte, 4,5 Richter. Non ce n’è però a sufficienza per indurre le autorità e le istituzioni a pensare che potrebbe essere utile organizzarsi, prevenire, tenersi pronti ed eventi imprevedibili, ma non impossibili. Quanto meno un minimo di organizzazione per poter informare i cittadini in modo corretto e tempestivo. La creazione di un minimo di cultura sismica, di una rete capace di enunciare i fatti e solo quelli. Chi dovrebbe pensarci? Chi sa, forse prefetture, comuni, la Regione, la Protezione civile. L’uso corretto e immediato dei mass media, oggi tanto numerosi e disponibili, alla portata di migliaia di cittadini potrebbe essere quanto meno ipotizzato e pensato.
Invece, centralini presi d’assalto, e notte di paura: come sempre. Fa venire i brividi ricordare l’aprile 2009, quando a L’Aquila scossa da forti terremoti da mesi, in servizio c’erano una dozzina di vigili del fuoco… Da anni tutti sapevano che il cratere era quanto meno a risdchio, che decine di edifici potevano crollare, e così via. Non rivanghiamo: pensiamo a rendere il futuro meno tragicamente pasticciato e raffazzonato.
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