San Gabriele, il santo amato dai giovani


Isola del Gran Sasso – San Gabriele è il santo del sorriso. Seppe vivere sempre con gioia ed entusiasmo la sua esistenza. Né le varie sofferenze della sua vita, né la morte in giovane età riuscirono a spegnere il suo sorriso.” E cresce di anno in anno il numero dei pellegrini provenienti da tutto il mondo che raggiungono il santuario ai piedi del Gran Sasso per chiedere l’intercessione del Santo: giovani, malati o semplici fedeli che scoprono non solo un luogo di fede ma anche angolo di mondo dove il paesaggio è un raffinato disegno a pastelli e tutto sembra raccontare una storia di serenità assoluta, completa.

Una vita entusiasta, attraverso ogni difficoltà
San Gabriele nasce ad Assisi da famiglia aristocratica, il 1° marzo del e viene battezzato con il nome Francesco. Nel 1841 la famiglia si trasferisce a Spoleto poiché il padre viene nominato assessore al tribunale della città, ma alla tenera età di 4 anni Francesco rimane orfano di madre. Il santo cresce esuberante, vivace e pieno di vita: dote, quest’ultima che lo contraddistinguerà sempre, soprattutto nei momenti più duri. Cagionevole di salute, non ha chiaro in mente il suo futuro fino all’età di 18 anni, quando il 22 agosto 1856, durante una processione al passaggio della Madonna del duomo sente una voce che lo chiama «Francesco, cosa stai a fare nel mondo? Segui la tua vocazione!» e il 6 settembre parte per raggiungere la Santa Casa di Loreto e iniziare il noviziato a Morrovalle, nell’istituto dei passionisti, fondato da San Paolo della Croce nel 1720. Francesco diventa Gabriele dell’Addolorata e abbraccia senza riserve la vita religiosa. Nel 1857 emette la professione di fede e, sotto la guida di padre Norberto Cassinelli il 10 luglio 1859 arriva nel convento dei passionisti di Isola del Gran Sasso per prepararsi al sacerdozio ma alla fine del 1861Gabriele si ammala di tubercolosi. Affronta la malattia accettando la volontà di Dio e muore serenamente la mattina del 27 febbraio 1862.
Nel 1866, in seguito al decreto di soppressione dei religiosi, la comunità dei passionisti deve lasciare Isola del Gran Sasso e la tomba di Gabriele sembra abbandonata per sempre, ma quando il 17 e il 18 ottobre 1892 per ordine dei superiori cercano di riesumare il corpo del santo per spostarlo nel convento della Madonna della Stella vicino a Spoleto, il popolo si oppone. Così Gabriele resta in Abruzzo e da allora ha inizio una catena ininterrotta di miracoli operati per sua intercessione.
Nel 1908 viene dichiarato beato da San Pio X e viene costruita in suo onore una basilica e nel 1920 viene proclamato santo da Benedetto XV. Nel 1926 diventa compatrono della gioventù cattolica italiana e nel 1959 Giovanni XXIII lo dichiara patrono d’Abruzzo. Nel 1970 iniziano i lavori di costruzione del nuovo, grandioso santuario per accogliere la sempre crescente massa di pellegrini.
Ciò che colpisce del Santo è la serenità dipinta sempre sul suo volto e la gioia di vivere che ogni sua parola emanava. La sua salute cagionevole e la morte i giovane età, lo hanno reso il santo dei malati ma soprattutto dei giovani: ogni a primavera, gli studenti che frequentano l’ultimo anno della scuola superiore si recano al santuario per festeggiare i “cento giorni agli esami” e vivere una giornata di armonia e spiritualità. La stessa gioiosa comunione caratterizza la Festa dei giovani che si svolge ogni anno alla fine di agosto, con migliaia di ragazzi che arrivano in tenda da tutta Italia e restano lì per quattro giorni, a pregare e cantare.

Il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata
Il santuario di san Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso in provincia di Teramo, è tra i più conosciuti in Italia e in Europa: ogni anno vi giungono circa due milioni di pellegrini e risulta essere tra i primi quindici santuari più frequentati del mondo.
Posizionato non lontano da San Giovanni Rotondo e dalla Santa Casa di Loreto, forma insieme a questi due luoghi santi un percorso religioso intenso e scoperto già da milioni di fedeli.

Il convento antico
Usciti dalla basilica vecchia si accede attraverso una scala al convento antico e al museo degli ex voto. Entrando dal museo, da una finestra si vede il chiostro con al centro il pozzo di S. Francesco scavato nel 1216 e ulla destra un lucernaio copre la cisterna di acqua piovana, da cui quasi ogni giorno San Gabriele prendeva l’acqua per annaffiare i suoi fiori. A sinistra si può ammirare una ricostruzione del portale della chiesa francescana e sulla parete di fronte si scorge l’antica meridiana.
Attraversato un lungo corridoio tappezzato di ex voto si raggiunge il museo dove sono conservati i ricordi del santo e si intravede la cameretta del Transito, dove San Gabriele visse e morì il 27 febbraio 1862.
I banchi sono rimasti intatti come ai tempi del santo, come anche le immagini della Via Crucis e la statua dell’Addolorata il cui abito è lo stesso che Gabriele riassettò. Al piano terra si può visitare l’antico chiostro con i portali del Cinquecento e con una serie di 12 affreschi del Seicento, che raccontano la vita di San Francesco.

La nuova Basilica
La nuova basilica ha la sagoma a forma di nave con all’interno la stiva, ovvero la cripta del santo.
È lunga 90 metri e larga 30, la grandiosa struttura in cemento bianco, acciaio e vetro e può contenere fino 10 mila persone, con sei ingressi che conducono alla cripta.
Agli angoli delle quattro navate sono stati ricavati spazi per il sevizio ai pellegrini: la cappella della riconciliazione, la cappella per benedizioni, la sala congressi e sale per mostre e per gruppi. Mentre un ampio porticato accoglie i pellegrini all’ingresso sud-est della basilica.


03 Febbraio 2010

Categoria : Storia & Cultura
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