Città della scienza, l’idea prende corpo: ora c’è una proposta di legge regionale
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Il consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio ci aveva anticipato l’argomento in una chiacchierata, giorni fa, che è possibile ancora leggere sul nostro sito nello spazio dedicato alle interviste. Città della scienza è oggi l’obiettivo raggiungibile non più a parole e buone intenzioni, ma mediante una proposta di legge regionale firmata da Di Pangrazio, e dai suoi colleghi D’Amico e Ruffini. Tre politici che sovente si distinguono per la credibilità e la solidità delle loro idee. Che resterebbero platoniche, se non fossero tradotte in azioni concrete: una proposta di legge.
I consiglieri sono di opposizione e marsicani, due particolari che lasciano riflettere. Opposizione: si muove, mentre la maggioranza indugia, rinvia, tentenna soprattutto sulla parte della legge che parla di L’Aquila capoluogo, oltre che città della scienza. Marsicani, dettaglio non secondario che garantisce la collaborazione dell’intero territorio provinciale, mai stato omogeneo e compatto. Ora forse, anche dopo la lezione politica di Stefania Pezzopane (che è davvero presidente di una provincia intera, e come tale percepita e apprezzata), ci si muove “da provincia” e non da terrirorio frammentato e quindi debole. L’unità del territorio e l’utilizzo intelligente delle sue risorse sono un patrimonio di grande peso.
Di Pangrazio ci parlò, nell’intervista, delle grandi, inattese possibilità di una città scientificamente dotata, ma finora piuttosto disarticolata, rispetto a se stessa e rispetto alla provincia, che potrebbero dare a L’Aquila non un’etichetta, ma un contenuto di città della scienza in senso reale. Partendo dal momento dela ricostruzione, che deve essere intensa come opportunità di crescere, cambiare le cose sbagliate, istituire o potenziare quelle suscettibili di prospettive rilevanti. Rinascere non solo come mattone su mattone, pietra su pietra, monumento dopo monumento, ma specializzarsi, avviare attività e ricerche, offrire opportunità a giovani, specializzazioni, nuove frontiere del sapere e del fare. Tramontata l’idea statica e di retroguardia dell’Aquila “dov’era e com’era”. Sì, restituire la città a se stessa, ma se fosse una città migliore, quanto sarebbe conveniente…
Non c'è ancora nessun commento.