Chiodi-Cialente: “Ora ricostruiamo” – Le proposte della Pezzopane – Rapagnà e Mia casa
L’Aquila – Volendo indulgere ad un pizzico di enfasi, si potrebbe dire: Chiodi-Cialente, si parte per la ricostruzione nel cratere sismico aquilano. Intanto, la presidente Pezzopane confeziona le sue proposte e le spedisce al commissario. Oggi primo faccia a faccia tra il commissario e il suo vice, che si sono messi a lavoro affidando il compito della comunicazione al giornalista Carlo Gizzi. Infatti, del lavoro di ricostruzione si dovrà sapere tutto giorno per giorno. O almeno è questo ciò che ci si propone. La struttura è ufficialmente operativa. Chiodi ha parlato di “lavoro incredibilmente impegnativo”, ma ha anche assicurato di essere ottimista, e di voler tenere alla larga gli interessi particolari, per lavorare a favore dell’intera comunità. Tra gli obiettivi, uno quanto meno ovvio: riportare a casa o in città, in qualche modo, i 9.000 che ancora non possono tornarvi. L’esigenza abitativa è primaria. Cialente punta sui cèspiti garantiti, e ricorda il modello friulano, quando furono spesi migliaia di miliardi di lire per rimettere in piedi i centri abitati. E’ noto che il “modello Friuli” contemplò le esigenze secondo una scala di priorità molto rigida: fabbriche, case, chiese. Qui di chiese (intese come patrimonio monumentale) ce ne sono moltissime, e per Cialente resta valida la richiesta di una “tassa di scopo” che a lui pare inevitabile. Come la zona franca per il rilancio produttivo. Ma di zona franca non si parla più da tempo e nessuno sa quando, se e come si farà: per ora, nessuna notizia.
L’area in cui ricostruire è stata frazionata in cinque ampie zone. Vi sarà un tavolo di consultazione e di coordinamento. Il commissario Chiodi avrà il compito di sintetizzare al vertice ogni azione, nell’interesse collettivo. Ora tutti sono ansiosi di apprendere come davvero, e quando, si comincerà a ricostruire, e secondo quali programmi. L’insediamento della struttura è solo un momento formale.
LE PROPOSTE DELLA PEZZOPANE A CHIODI – La presidente Stefania Pezzopane ha così riassunto le proprie proposte al commissario Chiodi per la ricostruzione dell’Aquila: “L’ordinanza 3833 sulla nuova gestione post terremoto affida importanti compiti di pianificazione alla Provincia, che viene indicata anche come soggetto attuatore. Come viene specificato nell’articolo 2 del documento, i sindaci devono assicurare la pianificazione del territorio, sentito il Presidente della Provincia e d’intesa con quest’ultimo. Siamo andati direttamente al sodo delle questioni, privilegiando la sostanza e i contenuti.
Per questo ritengo che nella concertazione delle linee guida bisogna partire da subito con il piede giusto. Condivido quanto il Commissario per la ricostruzione Chiodi ha affermato oggi. Prima di approvare le linee guida è opportuno riaprire il confronto con Comuni, Provincia ed ordini professionali per definire una strategia, un modello per la ricostruzione.
Il Commissario Chiodi è ancora in tempo per farlo.
E’ necessario un maggior coinvolgimento di tutte le forze in campo e soprattutto una riflessione più approfondita sulla vision per il futuro del capoluogo e di tutti i comuni del cratere. Vanno chiarite e definite, ad esempio, alcune idee forza: ricostruire tutto dov’era e com’era, oppure, come ritengo più opportuno, ricostruire meglio di com’era, introducendo alcuni elementi d’eccellenza e di modernità nel tessuto dei centri storici? La ricostruzione deve diventare un’opportunità preziosa, per fare dell’Aquila e dei comuni del cratere centri d’innovazione tecnologica. La vera scommessa per il futuro sarà quella di conciliare storia e tradizione del territorio con la moderna tecnologia e con le forme della moderna architettura.
Sarebbe un vero salto di qualità veder scorrere, ad esempio, internet veloce nel cuore della città antica e nei borghi medievali della provincia, o concentrare gli investimenti verso attività legate al risparmio energetico.
Fondamentale è poi l’idea dell’Aquila città territorio. Molti sindaci del cratere hanno lamentato nei giorni scorsi una scarsa attenzione, nelle linee guida, nei loro confronti.
L’Aquila è già di fatto un capoluogo policentrico. Le frazioni e tutti gli altri borghi della provincia non sono entità staccate, ma funzionali, sinergiche. Basti pensare al ruolo che hanno assunto di recente alcuni nuclei urbani, come Bazzano, solo per fare un esempio, in cui presto sorgerà la Biblioteca provinciale e insieme ad essa un nuovo polo culturale.
È chiaro si sta delineando un nuovo modello urbanistico e di convivenza, da cui le linee guida non possono prescindere. Le attuali proposte rischiano di compromettere questa nuova visione. In base a ciò vanno anche ripensati i servizi, la viabilità, i collegamenti.
Una delle nostre idee forza, che potrebbe essere inserita nel piano per la ricostruzione, è la valorizzazione dell’asse ferroviario L’Aquila-Sulmona, da sfruttare anche come metropolitana leggera per collegare meglio le due città e tutti i comuni e le frazioni che si snodano lungo l’asse. Insomma immagino una città che valorizzi il suo ruolo di città capoluogo, senza arroccarsi dentro le mura. Una città che si apra al vasto territorio, sia stabilendo un nesso con tutti i Comuni dell’antico Comitatus Aquilanus e con le altre realtà della provincia, Sulmona e Alto Sangro, Avezzano sia costruendo un ponte tra Roma e la provincia aquilana, collegando le due sponde del Tirreno e dell’Adriatico”.
RAPAGNA’ – Il Movimento Inquilini e Assegnatari Mia Casa d’Abruzzo, coordinatore Pio Rapagnà, scrive:
“Il Presidente della Regione Abruzzo ed il Sindaco dell’Aquila, in qualità di nuovi Commissario e Vice-Commissario alla ricostruzione, per tutto il corso della lunga e dettagliata conferenza stampa tenuta a L’Aquila per la presentazione del “loro” programma di attività, non hanno “mai” citato la problematica inerente la Edilizia Residenziale Pubblica la cui proprietà, attraverso i rispettivi Assessorati ed “enti strumentali” fa capo sia alla Regione che ai Comuni.
Sia il Dott. Gianni Chiodi che il Dott. Massimo Cialente, pur responsabili “in solido” della ricostruzione, non hanno detto una parola per “giustificare” i motivi per i quali dopo 10 mesi dal terremoto molte famiglie di Inquilini e Assegnatari ATER e dei Comuni del cratere non possono ancora rientrare negli alloggi pubblici (non dei privati) classificati A, B e C, nel mentre non hanno detto “nulla di nulla” in merito alla riparazione, ricostruzione o abbattimento e messa in sicurezza degli alloggi classificati E ed F, per i quali la Ordinanza di Ferragosto, firmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, si stabiliva un finanziamento di 150 milioni di euro, nessuno dei quali ancora utilizzati..
Eppure, sia Il Presidente Chiodi che il Sindaco Cialente sanno benissimo che fino ad aggi, purtroppo, non è stato aperto alcun “cantiere” da parte dei “soggetti attuatori” e non è stato effettuato nessun intervento di “ricostruzione leggera” degli alloggi pubblici classificati A, B e C, mentre per la “ricostruzione pesante” degli alloggi classificati E ed F nessuno ha ancora provveduto a predisporre l’apposito piano così come richiesto dal Comma 3, art. 2 dell’Ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009.
Il Mia Casa prende atto con “grande rammarico e delusione” che, di fronte alla gravità della situazione della Edilizia Residenziale Pubblica e delle rispettive famiglie di Inquilini e Assegnatari, nemmeno i “Commissari abruzzesi” del Governo e della Protezione Civile sentano il dovere “istituzionale e morale” di dare un segnale di “sensibilità ed attenzione” a migliaia di famiglie forse considerate di serie B (ma questo sarebbe una vera e propria forma di discriminazione e di incoffessabile razzismo “di èlite”). Ad ogni buon fine, hanno tutto il tempo, se voglione e se possono, per recuperare sia le idee che il tempo perduto”.
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