CEMENTIFICIO CAGNANO, SEI ANNI DI ATTESA E UN GIORNO PERLE SCARTOFFIE
L’Aquila – Come nell’amatissimo gioco del pallone, quel che conta è il risultato. Il cementificio storico di Cagnano Amiterno, ormai l’unico rimasto in Abruzzo, è stato salvato con la firma delle scartoffie negli uffici regionali. Scartoffie che aspettavano da sei anni. Poi, in un giorno, un venerdì, persino i politici hanno avuto vergogna e le firme per il rinnovo della concessione mineraria (30 anni) sono arrivate. Insieme con ambigue dichiarazioni degli stessi che la Regione guidano. Senza molto pudore.
Ora il SACCI potrà essere venduto a Cementir, forse ampliato. Per i 200 che vivono di quell’unica industria a Nord dell’Aquila – unica e sola – c’è, forse, un futuro. Certo, bisognerà vedere quanti tagli vorrà fare la Cementir: ma è un altro discorso.
Perché questa storia è assurda e vergognosa? Perché Regione e la politica aquilana – a cominciare dal comune di Cagnano – dovrebbero incenerirsi la testa?
Sintetizziamo.
. La crisi del cementificio comincia dopo il sisma. Si potrebbe pensare che la di migliaia di edifici pubblici e privati porti un beneficio ad un cementificio locale. Giù, se fossimo in un luogo normale se i politici fossero normali. Ma non è così. I soldi li hanno fatti , ma non il cementificio aquilano. Chi sa chi e chi sa dove.
La SACCI fallisce e vende. E’ il 2010. Occorrono documenti e carte per il rinnovo della concessione, in scadenza nel 2016. Vengono o presentate in Regione. Niente risposte. Passano gli anni, muto il comune di Cagnano, muta la politica, muti i sindacati, muti tutti. Per sei anni. Muto, del resto, anche il cementificio.
Siamo al luglio 2016, sta per crollare tutto, a rischio vendita e miniera di marna, a rischio 200 lavoratori. Scoppia il caso, si appura che la Regione dorme da sei anni. Febbrili contatti, telefonate, sdegni di politici, impegni, parole e in un giorno arriva quello che non è arrivato in sei anni.
Una storia del genere la gente deve saperla. Deve capire in quale posto viviamo, tra quali persone, con quali rischi che ci gravano sulle teste.
L’abbiamo raccontata.
Attenti al prossimo voto: si comincia l’anno prossimo.
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