L’enigma della SACCI e un nuovo incubo occupazionale
GROTTESCO: SOFFRE UN CEMENTIFICIO IN UNA ZONA DA RICOSTRUIRE, STRITOLATO DA AFFARISTI E BUROCRAZIA REGIONALE –
L’Aquila – Un giorno ancora lontano, quando L’Aquila tornerà ad esserci speriamo in mani più degne e responsabili di quelle che l’hanno in pugno oggi, qualcuno tenterà di dirimere e chiarire uno dei misteri della ricostruzione, che da farsa sta diventando tragedia. Una tragedia occupazionale per la Valle dell’Aterno e il Comune di Cagnano Amiterno. 200 persone almeno si trovano di fronte al rischio molto concreto di perdere il lavoro. Il retroscena è difficile da capire. Tentiamo di riassumerlo.
Nel cantiere più grande d’Europa, l’area terremotata aquilana, c’è un solo cementificio: il SACCI di Cagnano, storico insediamento produttivo, unica industria della zona. Ha 100 dipendenti e più o meno altri cento lavoratori che operano nel trasporto del cemento. Praticamente l’unico pilastro dell’economia della zona, seriamente e profondamente dissestata da sempre. Turismo inesistente, agricoltura scomparsa, allevamento quasi zero. Decenni di declino e lustri di totale incapacità di tutte le amministrazioni.
Nel più grande cantiere d’Europa cosa avviene dell’unico cementificio esistente? Chiunque avrebbe pensato: ecco l’occasione per uno sviluppo industriale. Invece no: la cementerai batte la fiacca, è indebitata, vice una crisi profonda. Finisce in vendita.
E’ grottesco, ma evidentemente chi in alto comanda, ha deciso che i soldi con il cemento debbano farli altri. Tace la polityica, tace il comune di Cagnano Amiterno, muti tutti, silenti o tiepidi i sindacati. Del resto, che ti aspetti in una zona in cui è in crisi…. l’occupazione edilizia, e soffrono le piccole imprese? I soldi, appunto, li fanno altri e a lavorare arrivano stranieri e forestieri. Con tante brutte storie nei subappalti, ma è un altro discorso.
Ora la c cementerai di Cagnano viene travolta dall’ultimo disastro: sta scadendo la concessione mineraria. Tutto bloccato in Regione. Chi compra un cementificio senza concessione mineraria?
Questa è la storia di un mistero fatto di diversi misteri, che durano da anni. E’ la storia di politici e sindaci che tacciono, restano inerti, fingono di non sapere, oppure – meschini, si dice in Sicilia – proprio non sanno. Va in pezzi l’unica industria aternina, dopo un secolo. Cosa andranno a dire a chi rimarrà senza lavoro, ancora debbono inventarlo.
Non sarà facile per gli aquilani di8 domani capire storie del genere.
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