Finanziamento atenei, problema nazionale
L’Aquila – (di Filippo Del Vecchio, direttore amministrativo dell’Università) – L’articolo apparso su IL TEMPO del 2 febbraio, riguardante il disavanzo del bilancio dell’ Ateneo aquilano, è chiaramente ispirato da chi è intenzionato a presentare come un problema locale quello che è un problema di carattere nazionale, di cui si occupano, da tempo, i maggiori quotidiani italiani con in testa il Sole 24 Ore. Il problema del finanziamento del sistema universitario italiano assume drammaticità da quando nel 2007 il governo Prodi nella stesura del piano triennale (DPEF 2008 – 2010) stabilì che il Fondo di Finanziamento Ordinario destinato agli Atenei per il triennio dovesse essere in diminuzione, pur nella consapevolezza che gli Atenei sopportano i costi degli aumenti stipendiali dei docenti, ancora legati ad una forma di scala mobile, e degli aumenti contrattuali del personale tecnico – amministrativo. Questo trend è stato poi confermato dal DPEF del nuovo governo che nel 2009 – 2011 che prevede una riduzione del citato Fondo del 14% tra il 2010 ed il 2011.
Per dare un’idea della drammaticità di queste scelte, basti considerare il fatto che solo nel 2009 il personale docente universitario italiano ha goduto di un aumento automatico del 3.77% mentre quello tecnico – amministrativo ha goduto di aumenti contrattuali di circa il 5%. Nello stesso anno il Fondo statale per il funzionamento delle Università (FFO) diminuiva dell’1% rispetto all’anno precedente.
A causa di questi fatti, l’Università di Roma “La Sapienza” non ha approvato il bilancio, optando per l’esercizio provvisorio ed altri Atenei, tra i quali alcuni toscani, hanno approvato bilanci con disavanzo. Altri grandi Atenei ancora, hanno approvato bilanci con disavanzo. La stessa Conferenza dei Rettori ha discusso questa materia e la linea da tenere per fare pressione sul governo.
L’Ateneo dell’Aquila non fa eccezione e tra le varie alternative rappresentate dall’ esercizio provvisorio, dal bilancio in disavanzo o dal bilancio in equilibrio, con adozione di ipotesi ottimistiche, ha scelto la terza strada. Il Rettore ha però chiarito nella sua Relazione sul Bilancio di Previsione 2010: ”Quello che viene presentato è quindi un bilancio di speranza, che vuole porsi come primo strumento per una programmazione in positivo dell’attività dell’Ateneo aquilano nel 2010, gettando il cuore oltre l’ostacolo e guardando ancora una volta in modo positivo al futuro”.
Sempre nella relazione sul Bilancio di Previsione 2010, completamente trascurata dall’estensore dell’articolo, il Rettore non si nasconde e non nasconde al Senato ed al CdA le difficoltà che ci accomunano al mondo universitario italiano, sperando che il Governo si muova in aiuto per riparare una catastrofe annunciata.
L’articolo pubblicato, tra l’altro, riporta passaggi di un’altra relazione che non è un documento ufficiale di bilancio, ma una relazione tecnica al Senato e al CdA del Delegato al Bilancio, da lui firmata, che non implica posizioni politiche oggetto di delibera.
Nell’articolo si riferisce, con toni da allarme inascoltato, della relazione del Collegio dei Revisori che date le circostanze non poteva che invitare alla prudenza. Ma i revisori, a differenza dei suggeritori dell’articolo, hanno partecipato a tutto il processo di stesura del bilancio e sono a conoscenza del contesto e delle scelte politiche fatte dagli Organi: Rettore, Senato e CdA.
Dopo il ciclo di approvazione dei bilanci, nella gestione operativa del 2010, ci si muove su due piani di azione, uno locale con richiesta al Ministero di interventi sul nostro Ateneo mirati al recupero dall’emergenza terremoto ed uno nazionale, con le pressioni che la Conferenza dei Rettori opera sul Governo.
(Nella foto Col: Il dr. Filippo Del Vecchio)
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