Processo Grandi rischi bis a Bertolaso: cosa sarebbe giusto e civile? Solo una sentenza


L’Aquila – Il processo a Bertolaso (omicidio colposo e lesioni colpose) riprenderà in tribunale il 20 settembre. Sedici giorni prima dei termini di prescrizione che lascerebbero a casa tranquillo l’ex capo della Protezione civile. Che nel 2009 era un organismo potente. stato nello stato, qualcuno lo ha definito. Che fosse proprio qualcosa del genere a L’Aquila si percepì in modo chiarissimo.
Cosa sarebbe giusto attendersi dal processo in atto a L’Aquila, voluto da una tenace procura generale in contrasto con richieste di archiviazione della procura aquilana?
Semplicemente una sentenza. E non una prescrizione del reato.
Vanno dette alcune cose per non essere fraintesi.
Nessuno vuole che Bertolaso sia condannato ad ogni costo. Nessuno nega che abbia diritto di difendersi, come chiunque, e diritto di avvalersi della prescrizione, che è un istituto riconosciuto e legittimo. La prescrizione perà, ricordiamolo, significa che lo stato e la sua giustizia sono mal funzionanti, lenti, farraginosi, inefficaci. O anche peggio. Ecco, questo non sarebbe giusto e civile: allungare il brodo, o consentire che qualcuno lo faccia, oltre ogni ragionevole limite.
La gente ha, in molti casi, perso ogni fiducia in ogni istituzione. Se Bertolaso uscirà dal processo per prescrizione dei reati, avremo un’altra prova a favore di chi dice che non si può credere più in nulla.
Dopo tutto, è una sentenza che si chiede allo stato e alla sua giustizia, che certamente sul terremoto aquilano non ha abbagliato per chiarezza, limpidezza ed efficacia. Se è vero che nell’ultima udienza, il 1 luglio, sono tornare in aula storie come quella dello scarico di energia grazie alle scosse. Storie che Bertolaso accreditava, nel costruire la sua operazione mediatica – parole sue – in piedi con lo scopo di tranquillizzare. Per 209 persone arrivò, infatti, la tranquillità totale: quella della morte.


03 Luglio 2016

Categoria : Cronaca
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