Melilla: servizio sanitario, pazienti affetti da Cidp in difficoltÃ
Chieti – (F.C.). “La difficile situazione dei pazienti affetti da poli-neuropatia demielinizzante, infiammatoria cronica (Cidp), mette in luce una significativa carenza nel nostro sistema sanitario nazionale con particolare riferimento all’ospedale di Chieti (reparto neurologia); la Cidp e’ una grave patologia del sistema nervoso periferico. Con le modalita’ specifiche di ciascun caso, le crisi arrivano a generare una progressiva paralisi degli arti, a cominciare dagli arti inferiori, con possibilita’ di evoluzione in tetra-paresi e con rischi di insufficienze respiratorie per paresi delle corde vocali; la gravita’ di questa patologia dal risvolto doloroso e invalidante, nonche’ il disagio, sia fisico che psichico, di questi pazienti hanno giustamente motivato l’intenzione di una loro maggiore tutela da parte del nostro sistema sanitario nazionale”. Lo scrive il deputato di sel/Si Gianni Melilla nella premessa di un’interrogazione rivolta al ministro della Salute. “Intenzione – osstreva il parlamentare – legittimata dal fatto che la Cidp si trova iscritta nell’elenco delle malattie rare del ministero della Salute (allegato 1 del decreto ministeriale n. 279 del 2001 – codice di esenzione RFO180). In merito a tale delicata situazione, si manifesta una grave discordanza tra intenti e realizzazione effettiva nelle condizioni di assistenza a questi pazienti, discordanza legata, in primo luogo, alle consistenti difficolta’ di accesso al trattamento terapeutico piu’ accreditato per tale patologia, la somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa (IVIg). L’ampia letteratura in merito, sia sul territorio nazionale che in ambito internazionale – non ultimo un recentissimo contributo, presente su affermate riviste internazionali, dei neurologi dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Humanitas, legato all’Universita’ di Milano – attestano che il trattamento con IVIg si trova in prima linea nella cura di neuropatologie autoimmuni e, in particolare, della Cidp; la somministrazione di immunoglobuline e’ praticata in day hospital a questi pazienti, con una certa regolarita’ che varia da caso a caso, presso le strutture ospedaliere di riferimento. Qualora questo iter incontri ostacoli, essi sono costretti, in caso di crisi in atto, a correre in pronto soccorso, dove vengono sottoposti a ricovero ospedaliero, nel corso del quale viene loro somministrata tale; la difficolta’ – denuncia Melilla – si traduce nel fatto che, a dispetto della consistente e accreditata letteratura, nonche’ della stessa prassi ospedaliera, i pazienti si confrontano da alcuni anni con gravi restrizioni nell’accessibilita’ o disponibilita’ del farmaco”. Il deputato ha quindi chiesto al ministro “se sia a conoscenza di quanto evidenziato e quali iniziative – anche di natura normativa – intenda predisporre al fine di rettificare la situazione di drammatica criticita’, affinche’ agli intenti di tutela corrisponda un effettivo e pieno sostegno per coloro che, insieme alle loro famiglie, si trovano o possono trovarsi ad affrontare situazioni di cosi’ grave disagio”.
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